Un’area ricca di sedimenti in grado di ‘raccontare’ ai geologi il passato ‘acquatico’ di Marte e di confermare che oltre 3 miliardi e mezzo di anni fa la superficie del pianeta era solcata da fiumi: si tratta della Aeolis Dorsa, protagonista di un recente studio condotto dalla Geological Society of America (Gsa). La ricerca, illustrata nell’articolo “Fluvial stratigraphy of valley fills at Aeolis Dorsa, Mars: Evidence for base-level fluctuations controlled by a downstream water body”, è stata pubblicata sul bollettino della Gsa.
I geologi si sono basati sui dati raccolti da due strumenti della missione Mars Reconnaissance Orbiter (Mro) della Nasa, Ctx (Context Camera) e HiRise (High Resolution Imaging Science Experiment), e su quelli dell’altimetro Mola (Mars Orbiting Laser Altimeter) di un’altra missione Nasa, Mars Global Surveyor (Mgs), terminata a novembre 2006. I depositi della Aeolis Dorsa sono particolarmente evidenti allo sguardo elettronico delle sonde in quanto hanno subito un processo chiamato ‘inversione topografica’ che il rende visibili come canali ‘invertiti’. Queste strutture, presenti anche sulla Terra in zone desertiche quali quelle dell’Egitto e dello Utah, sono costituite dai detriti depositati dai fiumi e, una volta che l’acqua si è prosciugata, diventano evidenti a seguito dell’erosione dei materiali circostanti.
Basandosi sulle immagini ad alta risoluzione e sui dati topografici delle due missioni di esplorazione di Marte citate sopra, gli autori dello studio hanno identificato i movimenti nei depositi della Aeolis Dorsa e i cambiamenti nella tipologia di sedimentazione e nella posizione della linea dove un tempo arrivava l’acqua. Le misurazioni effettuate hanno evidenziato che i depositi in questione, in passato, riempivano le vallate e che la variazione del livello dell’acqua (anche dell’ordine di 50 metri e oltre) ha contribuito a modellare questi bacini. Per i geologi della Gsa, quindi, le fluttuazioni dell’acqua e i conseguenti avanzamenti e regressioni della linea costiera, ‘memorizzati’ nei sedimenti, sono indicativi di un bacino in movimento, il cui dinamismo può aver avuto importanti implicazioni sul paleoclima e sul ciclo paleoidrologico di Marte.