10,5 miliardi di dollari, quasi mezzo miliardo in più rispetto allo scorso anno, oltre la metà del budget fissato per l’anno fiscale 2019. Con queste cifre la Nasa, su mandato del Congresso, dovrà “sviluppare una campagna di esplorazione innovativa e sostenibile e guidare il ritorno dell’uomo alla Luna per missioni di esplorazione e utilizzazione di lunga durata, seguite da missioni umane per Marte e altre destinazioni”, come spiegato nel documento ufficiale di sintesi. Non stupisce dunque che a pochi giorni dall’annuncio del budget di spesa stanziato per lo spazio da parte dell’amministrazione Trump, sul sito dell’Agenzia spaziale statunitense siano apparsi nuovi dettagli sul programma per la costruzione di una piattaforma-avamposto da piazzare in  nel prossimo decennio.

Secondo quanto riportato sul sito della Nasa, la struttura sarà composta da almeno un modulo  propulsivo e per la produzione di energia, avrà capacità abitative, logistiche e sarà dotata di un airlock, ovvero una porta per le uscite all’esterno. Il modulo propulsivo e di potenza sarà il primo componente del Gateway e dovrebbe essere lanciato nel 2022 con lo Space Launch System, ma la Nasa non esclude il contributo di partner commerciali.  Usando la propulsione elettrica solare ad alta potenza, l’elemento avrà la funzione di mantenere la posizione dell’avamposto e permetterà lo spostamento della struttura tra le orbite lunari al fine di massimizzare le operazioni scientifiche e di esplorazione durante l’arco operativo del programma. Come parte della partnership pubblico-privato dell’agenzia nell’ambito di NextSTEP, cinque aziende stanno completando gli studi per lo sviluppo dell’elemento di potenza e di propulsione. La Nasa sfrutterà le capacità e i piani delle compagnie commerciali per costruire la prossima generazione di astronavi elettriche.

L’elemento di potenza e propulsione garantirà anche comunicazioni affidabili e ad alta velocità, compresi collegamenti spazio-Terra e spazio-Luna in uplink e downlink, collegamenti incrociati tra veicoli spaziali e astronavi e supporto per le comunicazioni nello spazio.

L’elemento potrebbe inoltre ospitare un dimostratore di comunicazioni ottiche a laser, per testare il trasferimento di pacchetti di grandi quantità di dati a velocità superiori rispetto ai tradizionali sistemi di radiofrequenza. Il lancio del primo modulo abitativo per l’orbita lunare è previsto nel 2023. L’elemento dovrebbe permettere a un equipaggio di vivere e lavorare nello spazio profondo per periodi che vanno dai 30 ai 60 giorni. Gli astronauti condurranno anche attività di esplorazione attorno della Luna ed eventualmente sulla sua superficie. A tal fine l’installazione di un airlock sarà fondamentale per permettere agli astronauti di condurre spacewalk all’esterno, effettuare esperimenti scientifici e predisporre la base per il docking di ulteriori elementi. I piani prevedono anche l’aggancio di un elemento logistico che possa rifornire l’avamposto, recapitare strumentazione scientifica e dimostratori tecnologici anche ad uso commerciale. Sulla base dell’esperienza maturata in orbita con la Stazione spaziale internazionale, le missioni di rifornimento potrebbero essere affidate a navi cargo commerciali. Il primo lancio del sistema integrato del lanciatore SLS con la capsula Orion in orbita lunare è attualmente in programma per il 2020. La prima missione con equipaggio è prevista per il 2023.