La salute degli astronauti è un settore che interessa sempre di più le agenzie spaziali di tutto il mondo, soprattutto di quelle interessate a portare avanti missioni che prevedono lunghe permanenze nello spazio. A questo proposito, la Nasa ha recentemente inviato sulla Stazione Spaziale EcAMSat (Escherichia coli Anti-Microbial Satellite) che ha l’obiettivo di valutare l’efficacia degli antibiotici sul batterio in assenza di gravità. Si tratta di un CubeSat – dalle dimensioni di una scatola da scarpe – che aiuterà gli astronauti a combattere in modo più efficace le infezioni in un ambiente estremo come lo spazio.
Gli scienziati ritengono che i batteri come E. Coli possano sperimentare una certa forma di stress nello spazio. Questo fattore innesca dei sistemi di difesa nel batterio che rendono più difficile il lavoro degli antibiotici: monitorare i loro cambiamenti aiuterà i ricercatori a creare trattamenti di cura più potenti. EcAMSat contiene un modulo sperimentale, all’interno del quale sono conservati i batteri: uno sarà del tipo con resistenza agli antibiotici, mentre l’altro ne sarà privo.
Una volta attivato l’esperimento, i batteri verranno nutriti tramite un apposito fluido, mentre i contenitori saranno regolati alla stessa temperatura del corpo umano. EcAMSat è un satellite autonomo, ovvero è in grado di condurre il test senza alcuna comunicazione dalla Terra. Gli astronauti della Iss lavoreranno con il centro di controllo da terra nel momento del rilascio del satellite, che poi procederà in modo autonomo. L’esperimento durerà in tutto 150 ore, mentre EcAMSat orbita attorno alla Terra, e il set di dati, meno di un megabyte in totale, sarà poi trasmesso via radio fino agli scienziati. Dopo aver orbitato per 18 mesi intorno al nostro pianeta, il piccolo satellite concluderà la sua missione bruciando a contatto con l’atmosfera.