Nelle giornate del 13 e 14 Novembre, Paolo Nespoli ha eseguito sulla Stazione Spaziale Internazionale la sessione sperimentale del progetto ARAMIS, testando l’utilizzo dell’applicazione di realtà aumentata nell’esecuzione di un’attività di manutenzione nel modulo Nodo 2 e di un’attività legata alla gestione del cargo nel modulo logistico permanente PMM. Il progetto ARAMIS, selezionato, finanziato e coordinato dall’ASI nell’ambito del bando dedicato all’utilizzazione scientifica nazionale della ISS “VUS 2”, è stato progettato e realizzato da Thales Alenia Space in Italia con il contributo di ALTEC S.p.A. e  ALTRAN. La sua implementazione a bordo è stata realizzata col supporto della Kayser Italia S.r.l.– nella persona di Elisa Carrubba – che fornisce all’Agenzia i servizi industriali per l’integrazione degli esperimenti Italiani a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. L’applicazione di ARAMIS, sviluppata per l’ambiente iOS e installata sull’iPad personale di Paolo Nespoli,  è organizzata in due scenari indipendenti. Il primo riguarda la dimostrazione della realtà aumentata nell’esecuzione di un’attività di manutenzione preventiva nel modulo americano Nodo 2, avvalendosi dell’ausilio di “markers” dedicati. L’applicazione, dopo averli riconosciuti, fornisce le informazioni necessarie allo svolgimento dell’operazione come informazioni “aggiunte” a ciò che Nespoli vede sullo schermo dell’iPad attraverso la sua fotocamera.

Il secondo scenario, invece, prevede l’utilizzo di diverse tecnologie, quali lettura di barcode e lettura di testi (OCR), impiegate nell’esecuzione di un’attività mirata alla gestione del cargo a bordo del modulo logistico italiano PMM, alla ricerca di oggetti d’interesse attraverso il collegamento con l’inventario di bordo e al supporto durante lo spostamento di oggetti da una posizione iniziale a una posizione differente nei diversi rack di PMM. Tutto questo fatto senza l’utilizzo di markers dedicati, ma sfruttando le etichette identificative delle diverse locazioni e sottolocazioni di PMM, e i barcode di cui ogni pezzo su ISS è dotato, come marker per l’attivazione dell’informazione “aumentata” proiettata sul display dell’iPad in sovrapposizione alla realtà dell’astronauta. Ad oggi, gli astronauti eseguono le operazioni utilizzando procedureche sono di norma lette tramite un laptop o in alcuni casi stampate. Con la realtà aumentata si vuole dimostrare la possibilità di fornire le informazioni, in alcuni casi anche in quantità maggiore, in un modo diverso e più efficace. Bisogna tenere presente che il cosiddetto tempo-uomo è una tra le risorse più preziose a bordo, per cui si cerca di minimizzarlo in modo che tutto il tempo risparmiato venga dedicato agli esperimenti scientifici. Al termine di ogni scenario Nespoli ha compilato un questionario preparato dal team di ricerca, i cui esiti saranno utilizzati per migliorare, e nel caso correggere, il funzionamento del sistema.

Tutte le procedure sono state seguite con un coordinamento in diretta  dal Mission Support Center (MSC) di ALTEC S.p.A. a Torino e dall’User Support and Operation Center (USOC) di Kayser Italia S.r.l. a Livorno,  collegati al centro di controllo NASA Marshall Space Flight Center, responsabile delle operazioni dei payloads ISS; dal MSC di ALTEC S.p.A. il team ARAMIS ha avuto anche la possibilità di collegarsi e parlare direttamente con l’astronauta italiano Paolo Nespoli, coordinandosi in real time durante le operazioni dei due scenari. «Applicazioni che sfruttano la tecnologia della realtà aumentata – hanno dichiarato Giuseppe Lentini di Thales Alenia Space in Italia e Elena Afelli di ALTEC S.p.A., coordinatori del progetto nonché Principal Investigator (PI) dell’esperimento – forniranno un supporto determinante, in termini di autonomia dell’equipaggio e di ottimizzazione del tempo uomo, se si pensa alle future missioni in ambiente Cislunare o sulla superficie di Marte, dove l’attuale supporto da Terra non sarà costante e soprattutto in real time, senza dimenticare la riduzione del tempo dedicato al mantenimento del veicolo spaziale a favore della sperimentazione scientifica».  «Grazie ai diritti di utilizzo scientifico e tecnologico della ISS derivanti dal MoU con la NASA – ha aggiunto Marino Crisconio, Responsabile ASI del progetto ARAMIS – ASI promuove e finanzia la ricerca scientifica e tecnologica in microgravità, anche (e soprattutto) in vista delle future missioni umane oltre l’orbita bassa (Luna, asteroidi, Marte), nelle quali l’Italia ambisce ad avere un ruolo di primo piano così come avvenuto per la Stazione Spaziale Internazionale».