Ceppi di batterio Enterobacter identificati sulla pedana di allenamento e nella toilette della Iss. Lo conferma uno studio pubblicato su BMC Microbiology a firma dei ricercatori del Jet Propulsion Laboratory e del California Institute of Technology, USA. Si tratta ceppi batteriologici simili agli organismi infettivi opportunistici scoperti di recente in alcune strutture ospedaliere.
«Per mostrare quali specie di batteri erano presenti sulla ISS, abbiamo usato vari metodi per caratterizzare i loro genomi in dettaglio. Abbiamo rivelato che i genomi dei cinque ceppi di Enterobacter sulla ISS sono geneticamente più simili a tre ceppi recentemente scoperti sulla Terra», commenta il primo autore dello studio, Nitin Singh.
Questi tre ceppi appartengono a una sottospecie di enterobatteri chiamata Enterobacter bugandensis, causa di malattie su neonati e pazienti compromessi.
La presenza di questa specie di batterio è stata isolata in tre diversi ospedali dell’Africa orientale, nello stato di Washington e in Colorado. Il confronto tra i ceppi terrestri e quelli spaziali ha permesso agli scienziati di verificare i modelli di resistenza antimicrobica.
Anche se i ceppi “spaziali” non sono patogeni per l’uomo, grazie alle analisi al computer, gli autori hanno rilevato una probabilità pari al 79% che potessero potenzialmente causare malattie. Quello che preoccupa gli scienziati sono i dati di resistenza multi-farmaco della specie Enterobacter bugandensis che pur non essendo virulenti, rappresentano una minaccia per la salute umana.
«L’entità patogena e la potenziale minaccia di un batterio patogeno opportunista come Enterobacter bugandensis, dipendono da una varietà di fattori, inclusi quelli ambientali».
«Che un patogeno opportunista come Enterobacter bugandensis causi o meno una malattia dipende da una varietà di fattori, compresi quelli ambientali, dice il co-autore dello studio Kasthuri Venkateswaran. «Saranno necessari ulteriori studi per comprendere il possibile impatto dell’elemento patogeno nelle condizioni di microgravità della ISS e altri fattori correlati ai veicoli spaziali, e l’eventuale virulenza».