Luna più che mai sulla cresta dell’onda: ad un mese dal cinquantenario della missione Apollo 11, il nostro satellite naturale fa parlare di sé quasi ogni giorno e questa volta lo fa per un veicolo di salvataggio destinato alla sicurezza degli astronauti che vi faranno ritorno. Il dispositivo Lesa (Lunar Evacuation System Assembly), ideato dall’ESA, è stato testato in questi giorni durante la missione subacquea Neemo 23, iniziata il 13 giugno; questo tipo di missione (Neemo sta per Nasa Extreme Environment Mission Operations) si svolge dal 2001 con cadenza quasi annuale nella base subacquea Aquarius, situata nell’Oceano Atlantico a circa 18 metri di profondità, vicino a Key Largo in Florida.
Ad ogni campagna Neemo partecipano astronauti, scienziati e ingegneri che – fino ad un massimo di 3 settimane – vivono, lavorano ed effettuano esperimenti in un ambiente che costituisce un valido analogo a quanto si può provare in una missione spaziale. Nel caso specifico di Lesa, la crosta oceanica ben si presta a realizzare dei test, dato che ha in comune con la superficie della Luna molto più di quanto si pensi. Lesa presenta una struttura piramidale che può essere utilizzata con facilità da un solo astronauta per prestare soccorso ad un compagno infortunato, permettendogli di aprirla come una lettiga dove issare l’infermo e trasportarlo fino al più vicino luogo sicuro (ad es., un lander); un primo prototipo di questa barella lunare è stato sperimentato nella precedente missione Neemo, nel 2017.
I progettisti di Lesa hanno tenuto particolarmente in considerazione la condizione di limitato movimento in cui si trovano gli astronauti a causa delle tute per le attività extraveicolari e sono stati necessari 4 anni di studio per poter trovare una soluzione efficace; tute del genere, infatti, non consentirebbero di trasportare in spalla un astronauta infortunato. Lesa può essere trasportato come un caddie per il golf e sistemato vicino al ferito, che vi potrà essere issato con poche, facili manovre. A testare il veicolo, durante la simulazione di una passeggiata spaziale, sono state le astronaute Samantha Cristoforetti (Esa, anche comandante di Neemo 23) e Jessica Watkins (Nasa), che hanno utilizzato l’Eva Space Suit Simulator. I risultati della prova saranno impiegati per migliorare le prestazioni del veicolo.