Esiste un’interazione tra la luna Encelado e il campo magnetico di Saturno. La conferma arriva dalla sonda Cassini che, durante la sua ultima orbita intorno al pianeta nel 2017, ha osservato per la seconda volta in assoluto l’impronta aurorale che il satellite Encelado imprime nell’atmosfera di Saturno.
Questo fenomeno si manifesta quando i pennacchi di materiale espulso da Encelado risultano essere la prima fonte di plasma all’interno della magnetosfera di Saturno, ovvero la cavità creata nel flusso del vento solare dal campo magnetico generato internamente dal pianeta. L’interazione della luna Encelado con il campo magnetico di Saturno accelera gli elettroni che precipitano così nell’atmosfera del pianeta producendo un’impronta aurorale.
Questa tenue e transitoria interazione tra Saturno ed Encelado è stata osservata per la prima volta nel 2008 sempre da Cassini, missione spaziale realizzata in collaborazione tra Nasa, Esa ed Asi che ha esplorato l’ambiente di Saturno tra il 2004 e il 2017, collezionando un totale di 293 orbite.
Il secondo e più recente rilevamento del fenomeno è stato realizzato il 14 settembre 2017, poco prima che la sonda effettuasse il suo ultimo e fatale tuffo nell’atmosfera di Saturno.
Mentre Cassini sorvolava il polo nord del pianeta, lo spettrografo Uvis a bordo della sonda ha osservato per la seconda volta l’impronta aurorale di Encelado, rilevata in cinque immagini e in modo fugace, ossia per più di 3 ore e mezza.
Lo studio pubblicato su Planetary Science Journal conferma così il primo rilevamento dello stesso fenomeno ottenuto nel 2008.
Le due osservazioni effettuate da Cassini a 9 anni di distanza dimostrano quindi l’esistenza di una interazione tra pianeta e satellite che può manifestarsi in modo tenue e transitoria, a differenza dell’interazione precedentemente rilevata tra Giove e le sue lune. Nel 1996 è infatti avvenuta la prima storica rilevazione di queste forme di interazione, grazie alla scoperta delle impronte aurorali intense e regolari impresse nell’atmosfera di Giove dai suoi satelliti galileiani.
A differenza di Io, Europa o Ganimede su Giove, Encelado dissipa meno energia a causa del più debole campo magnetico di Saturno. La macchia aurorale impressa quindi nel suo pianeta ospite risulta dunque transitoria, troppo debole per essere rilevata in modo continuo.
Immagine in evidenza: L’interazione di Encelado con il campo magnetico di Saturno accelera gli elettroni la cui precipitazione nell’atmosfera coroniana produce un’impronta aurorale. Questa, rilevata per la prima volta nel 2008, dimostra che esiste un’interazione tra il pianeta e il suo satellite. Crediti: A. Rymer/Apl/Nasa/Esa.