Un drammatico evento solare del passato emerge dal legno di un quartetto di antichi alberi, individuati in zone fredde dell’emisfero boreale: la tempesta, definita di portata colossale, è al centro di uno studio di Communications Earth & Environment.
L’indagine, condotta da un team internazionale, è stata coordinata dal Laboratorio di Dendrocronologia dell’Università dell’Arizona e si è basata sull’analisi di campioni vegetali effettuata con il metodo del carbonio 14; si tratta di una tecnica di datazione del materiale organico che si fonda sulla misurazione di un isotopo radioattivo del carbonio.
Gli antichi alberi presi in considerazione sono due larici trovati in Russia (nella catena montuosa dell’Altai e nella penisola di Yamal), un cedro scoperto nei depositi vulcanici Choukai in Giappone e infine una quercia individuata a Oberheid, in Germania. Queste piante si sono comportate come una sorta di capsula del tempo e hanno appunto ‘registrato’ in silenzio una tempesta solare avvenuta circa 2867 anni fa: infatti, dall’analisi dei loro anelli di accrescimento, l’evento si sarebbe verificato tra il 664 e il 663 avanti Cristo e la sua enorme portata ha indotto gli studiosi a classificarlo come un ‘evento Miyake’ (da Fusa Miyake, la scienziata giapponese che nel 2012 identificò per la prima volta quest’attività solare così intensa).
I Miyake sono eventi molto rari: negli ultimi 14.500 anni ne sono stati identificati solo 6, tra cui quello analizzato nello studio. Se una tempesta di questa entità si verificasse oggi – spiegano gli esperti – i suoi effetti sulla nostra società così tecnologizzata sarebbero devastanti: lo studio di questi fenomeni estremi del passato, quindi, è di fondamentale importanza per approfondire il comportamento del Sole e avere consapevolezza di quello che potrebbe avvenire in determinate circostanze per poter prevedere delle misure mitigatrici.
Durante quest’anno il Sole si è fatto ‘sentire’, trovandosi al picco del suo ciclo undecennale di attività, ma per fortuna senza arrivare a livelli eccessivi: le tempeste verificatesi a maggio e a settembre hanno prodotto delle spettacolari aurore che sono state visibili persino a medie latitudini, anche in Italia, per la felicità di una vasta platea di appassionati e astrofotografi.
In alto: un flare solare osservato dalla sonda Sdo della Nasa (Crediti: Nasa/Sdo e i team scientifici Aia, Eve e Hmi)
In basso: il tronco di un antico larice sulla riva del fiume Ob in Siberia (Crediti: Irina Panyushkina, Università dell’Arizona)