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Ha il nome di una divinità egizia, è stato scoperto nel 2004 e tra poco meno di 5 anni passerà a far ‘visita’ alla Terra senza conseguenze serie: si tratta di Apophis, un asteroide che sarà protagonista di una nuova missione di difesa planetaria dell’Esa. Il 13 aprile 2029 il corpo celeste, che al momento della scoperta aveva suscitato qualche timore, passerà a soli 32mila chilometri di distanza dalla Terra: si tratta di un raro fenomeno naturale che offrirà un’opportunità di ricerca unica, soprattutto per quanto riguarda la tutela del nostro pianeta.
Occorre quindi farsi trovare preparati a questo speciale appuntamento e l’Esa ha appunto gettato le premesse per una missione ad hoc, siglando un contratto del valore di 63 milioni di euro con l’azienda aerospaziale Ohb Italia S.p.A.; la stipula è avvenuta durante il 75° International Astronautical Congress (Iac), tenutosi questa settimana a Milano, ospitato dall’Associazione Italiana di Aeronautica e Astronautica (Aidaa), con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana e Leonardo.
La missione è stata battezzata Ramses (Rapid Apophis Mission for Space Safety) e per arrivare in tempo utile all’appuntamento con l’asteroide dovrà essere lanciata ai primi del 2028. Gli scienziati auspicano di poter osservare l’azione delle forze mareali su Apophis al momento del passaggio, un processo che potrebbe svelare molti dettagli sia sulla sua composizione e struttura, sia sul suo modo di reagire a tali pressioni. Conoscere queste proprietà – spiegano gli studiosi – è fondamentale per capire come spingere eventuali ‘visitatori’ insidiosi lontano dal nostro pianeta.
L’Esa proporrà Ramses al prossimo Consiglio Ministeriale, in programma nel 2025, quale nuova missione di difesa planetaria da approvare e finanziare in seno al suo programma Space Safety. La sonda si baserà sul concept di Hera, missione Esa lanciata lo scorso 7 ottobre per studiare gli effetti del primo esperimento di deflessione svolto nel 2022 sull’asteroide Dimorphos.
Intanto, in attesa della valutazione della Ministeriale, per stringere i tempi e rispettare la tabella di marcia, nello scorso mese di luglio gli stati membri dell’Esa hanno approvato l’utilizzo di fondi già disponibili per dare il via ai lavori preparatori di Ramses; in questo contesto si inquadra la firma del contratto sopra citato. I fondi saranno utilizzati per avviare il processo di acquisizione di alcune apparecchiature urgenti e per finalizzare la progettazione complessiva della sonda.
In alto: elaborazione artistica della sonda Ramses (Crediti: Esa – Science Office)