Il suo compito è lo studio delle nuvole e degli aerosol per comprenderne il ruolo nel riflettere e trattenere la radiazione solare: stiamo parlando di EarthCare, missione Esa-Jaxa che, attiva da poco, sta già fornendo dati pregevoli alla comunità scientifica. Dotato di strumenti scientifici all’avanguardia, il satellite contribuirà al monitoraggio del cambiamento climatico con i suoi 4 strumenti scientifici; tra essi Atlid (Atmospheric Lidar), il cui trasmettitore laser è stato realizzato da Leonardo, grazie anche al supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana.
EarthCare, che ha spiccato il volo verso lo spazio lo scorso 29 maggio, ha realizzato un mese fa la sua prima immagine, relativa alla struttura interna delle nubi. Ora il suo sguardo si è puntato su varie tipologie di nuvole e sulle loro temperature: sono questi i dati al centro del nuovo set di immagini prodotto dal satellite con lo strumento Msi (Multi-Spectral Imager). Questo dispositivo ha un ampio campo di vista (160 chilometri) ed è in grado di contestualizzare con accuratezza i profili delle nubi, permettendone l’inserimento in scenari tridimensionali. Msi, inoltre, è dotato di due fotocamere: la prima opera nel visibile, nel vicino infrarosso e nell’infrarosso e nell’infrarosso a onde corte, mentre la seconda è attiva nell’infrarosso termico. Le differenti bande spettrali permettono agli scienziati di distinguere i vari tipi di nube e di aerosol.
L’album realizzato con Msi comprende immagini di diverse località, riprese tra il 16 e il 17 luglio 2024. La prima di esse inquadra un temporale a ovest di Roma (foto 1 in alto, crediti Esa): sulla destra, in colori reali, si nota una nube che si estende probabilmente per 11 chilometri, mentre nel riquadro a sinistra, nell’infrarosso termico, sono evidenziate le differenze di temperatura tra la nube (-50°C) e il terreno (30°C).
La seconda foto (2, a sinistra) inquadra le isole Curili settentrionali e mostra un tipo particolare di nuvole, definite orografiche in quanto prodotte dalla conformazione del terreno sottostante. Non sono caratterizzate da altezze notevoli (al massimo qualche centinaio di metri) e, all’esame con l’infrarosso termico, la loro temperatura presenta lievi differenze rispetto a quella del mare.
Con l’immagine successiva (3 , in basso) ci spostiamo nell’area sud-occidentale della Groenlandia. La combinazione tra la foto nel visibile e quella nell’infrarosso ha messo in rilievo le nubi di ghiaccio e quelle d’acqua al di sopra della calotta glaciale, nonché lo strato nuvoloso poco profondo che si estende sul mare. La temperatura sulla costa era di 10°C.
L’album si chiude con un’immagine (4, in basso) che inquadra una porzione del midwest e del sud degli Stati Uniti. Nella parte nel visibile in quella nell’infrarosso termico si nota una porzione di un sistema frontale; nello specifico, l’infrarosso enfatizza le nubi alte e fredde che incombono sul Missouri e quelle alte e calde nella sezione superiore della foto.
«Questo è un altro grande risultato di EarthCare – ha affermato Simonetta Cheli, direttrice dei programmi di osservazione della Terra dell’Esa – che ci offre un’idea di cosa offrirà la missione una volta che sarà completamente operativa».