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Manca sempre meno al primo volo di Ariane 6 verso lo spazio. Il nuovo razzo europeo ha infatti completato l’ultimo test in vista del suo lancio inaugurale del 9 luglio. Il lanciatore di Esa sviluppato da ArianeGroup ha affrontato il 20 giugno la prova bagnata presso lo spazioporto europeo di Kourou, in Guyana francese. Questa ultima prova generale, affrontata sulla rampa di lancio, consiste nel rifornimento totale di carburante e comprende il conto alla rovescia completo, countdown interrotto – come previsto – solo pochi secondi prima del decollo.

A differenza della serie di test effettuati fino ad aprile dal modello di prova, questa dimostrazione ha visto come protagonista il primo razzo Ariane 6 che decollerà verso lo spazio, portando il veicolo e la squadra di controllo ad affrontare durante la prova ogni fase delle operazioni di lancio.

Punto cruciale della prova bagnata è il pompaggio delle 180 tonnellate di propellente nei serbatoi di Ariane 6, processo di rifornimento che ha richiesto circa 3 ore e mezza. Questo perché il razzo è alimentato da due carburanti criogenici: l’ossigeno liquido raffreddato a -180°C e l’idrogeno liquido raffreddato a -230°C. Una caratteristica che va in conflitto con le temperature tropicali della Guyana francese, da dove il razzo decollerà. Queste condizioni ambientali richiedono infatti che ogni elemento in cui il propellente liquido criogenico fluisce nel razzo – tubi, valvole, serbatoi e motori – debba essere raffreddato molto lentamente prima del rifornimento, per evitare che l’eventuale umidità già presente si congeli immediatamente al passaggio del carburante, causando così possibili blocchi delle valvole.

Una volta pompato tutto il propellente, i serbatoi sono stati svuotati in vista del volo inaugurale del 9 luglio. Iniziata con il rollback del colossale edificio che ha contenuto finora Ariane 6, lasciato così per la prima volta completamente libero, la prova bagnata ha incluso anche la simulazione del conto alla rovescia, testando così tutti i software di controllo a terra. I dati raccolti dalla cronologia sono stati utilizzati per verificare il funzionamento del sistema di lancio. I risultati di questo test verranno diffusi il prossimo 26 giugno.

Sfruttando propellenti liquidi, lo stadio superiore di Ariane 6 è in grado di riaccendersi più volte, potendo così garantire l’inserimento in orbita di più carichi utili, ad esempio costellazioni di satelliti. Una capacità che garantirà all’Europa un’autonomia nel raggiungere l’orbita terrestre e lo spazio profondo.

«Ariane 6 è stato progettato e sviluppato per garantire all’Europa un accesso indipendente allo spazio – afferma Toni Tolker-Nielsen, direttore dei trasporti spaziali di Esa – Con il primo lancio di questo nuovo razzo heavy-lift, l’Europa torna nello spazio. Le attività spaziali stanno diventando parte integrante di qualsiasi economia moderna. Ariane 6 garantirà all’Europa di non perdere l’occasione e servirà le sue missioni esplorative e scientifiche».

Il 2024 potrebbe segnare così la fine dello stallo temporaneo che ha caratterizzato simultaneamente i nuovi lanciatori europei, Ariane 6 e il Vega C di Avio. Il razzo costruito nei stabilimenti di Colleferro è infatti rimasto a terra dopo l’avaria riscontrata in occasione della sua seconda missione, la VV22 del dicembre 2022. Quest’anno sono previsti i nuovi test di accensione statica del motore Zefiro 40 del Vega C, il cui ultimo static firing test risale ormai al 29 giugno 2023.

 

Immagine in evidenza: la prima visione del razzo Ariane 6 che si lancerà nello spazio sulla rampa di lancio dello spazioporto europeo nella Guyana francese dove ha affrontato il 20 giugno 2024 la prova bagnata. Crediti: Esa