👉 Seguici anche sul nostro canale WhatsApp! 🚀

 

Anche dopo la sua conclusione, decretata nel 2022, la missione InSight di Nasa si conferma un passo fondamentale per la comprensione dei terremoti negli altri mondi del Sistema Solare.

Dalla tecnologia progettata per il lander marziano, che ha registrato oltre 1300 terremoti sul Pianeta rosso, nascono, infatti, due nuovi sismometri Nasa destinati questa volta alla superficie lunare, tra cui lo strumento più sensibile mai costruito per misurare i terremoti.
Anche la Luna ha, infatti, i suoi terremoti, quelli che si chiamano moonquakes. Questi sono però terremoti termici, ossia movimenti della superficie lunare dovuta all’estrema variazione di temperatura dalla notte al giorno e non causati, come invece quelli terrestri, dalla tettonica a zolle che è assente sul nostro satellite.

Secondo i piani Nasa, i due eredi di InSight arriveranno sulla Luna nel 2026 trasportati – come parte del carico utile chiamato Farside Seismic Suite – da un lander nell’ambito dell’iniziativa Clps (Commercial Lunar Payload Services), con destinazione il bacino di Schrödinger, un ampio cratere da impatto a circa 500 chilometri dal Polo Sud della Luna.

Qui, durante l’assemblaggio nel novembre 2023, il cubo interno della Farside Seismic Suite ospita la grande batteria del carico utile della Nasa(sul retro) e i due sismometri. Il dispositivo dorato a forma di disco contiene il sensore più piccolo, mentre l’involucro argentato contiene il sismometro a banda molto larga.

Fino a 30 volte più sensibile dei suoi predecessori, la suite restituirà a Nasa i primi dati sismici dalla Luna da quando gli ultimi sismometri del programma Apollo erano in funzione, quasi 50 anni fa.
La tecnologia figlia del lander marziano InSight è stata adattata per la Luna, per operare dunque con una gravità minore di quella di Marte.

Uno degli obiettivi dei nuovi potenti sismometri sarà quello di dare una risposta al grande quesito dell’asimmetria dei terremoti lunari lasciato aperto dalle misurazioni degli strumenti Apollo: situati sul lato a noi visibile della Luna, questi hanno, infatti, rilevato un’attività sismica decisamente inferiore sul lato nascosto.

Appollaiata in cima al lander, la suite raccoglierà dati ininterrottamente per almeno 4 mesi e mezzo, operando nelle lunghe e fredde notti lunari.
Il più grande dei due nuovi sismometri, quello a banda molto larga, o Vbb, è lo strumento più sensibile mai costruito per l’esplorazione spaziale. Costruito come sostituto di emergenza (per InSight dall’agenzia spaziale francese Cnes), esso è in grado di rilevare movimenti del suolo inferiori alle dimensioni di un singolo atomo di idrogeno.

Il sismometro più piccolo della suite, chiamato Short Period sensor, o Sp, è stato, invece, costruito dalla Kinemetrics di Pasadena, California, in collaborazione con l’Università di Oxford e l’Imperial College di Londra.

Immagine in evidenza: gli ingegneri del Jpl preparano il carico utile Farside Seismic Suite di cui faranno parte anche i due nuovi sismometri Nasa nati dalla tecnologia della missione InSight e destinati alla superficie lunare.
Crediti: Nasa/Jpl-Caltech