E se esistessero anche sistemi di stelle triple? E cioè dove tre Soli ruotano intorno a un punto comune e la forza gravitazionale di ognuno interferisce sullo sviluppo degli altri.

Un nuovo studio, applicato su una categoria di stelle fino ad ora ritenute prevalentemente doppie, mostra come invece c’è la possibilità che possa trattarsi anche di stelle triple, laddove la terza è da considerarsi quasi invisibile poiché cannibalizzata dalle altre. Grazie ai dati raccolti da Gaia, la sonda dell’Esa lanciata nel 2013, alcuni studiosi dell’Università di Leeds in Inghilterra hanno pubblicato la ricerca sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society con il titolo: “Gaia uncovers difference in B and Be star binarity at small scales: evidence for mass transfer causing the Be phenomenon”.

Le stelle Be sono transitorie, caratterizzate da una rotazione velocissima e da un disco circumstellare simile agli anelli di Saturno. Seppur scoperte nel lontano 1866, dall’astronomo italiano Angelo Secchi, si conosce ancora poco sulla loro origine. Per esempio, la velocità di rotazione non spiega del tutto la formazione del disco di accrescimento. Tuttavia, gli astronomi fino ad ora avevano aderito allo schema classico per cui i dischi sono formati dalla rapida rotazione delle stelle Be e che la velocità di rotazione dipenda dall’interazione tra stelle in un sistema binario.

«Abbiamo osservato il modo in cui le stelle si muovono per periodi di 10 anni, ma anche di sei mesi. Se una stella si muove in linea retta, sappiamo che c’è solo una stella, se ce n’è più di una, vedremo una leggera oscillazione – ha spiegato Jonathan Dodd, dottorando  e coautore della ricerca – Abbiamo applicato questo metodo ai due gruppi di stelle, le B e le Be. Quello che abbiamo scoperto è che sembra che le stelle Be abbiano un tasso di compagne inferiore rispetto alle stelle B. Questo è interessante perché ci saremmo aspettati il contrario».

Esaminando ulteriori dati, i ricercatori hanno scoperto che esistono stelle compagne più lontane, che alla fine rendono molto simile il tasso di compagne tra le stelle B e Be.

Da ciò hanno potuto dedurre che in molti casi entra in gioco una terza stella, che costringe la compagna ad avvicinarsi alla stella Be, così tanto da trasferire la massa dall’una all’altra e formare il caratteristico disco della stella Be. Ciò potrebbe anche spiegare perché non vediamo più questi compagni; sono troppo piccoli e deboli per essere rilevati dopo che la stella ‘vampiro’ Be ha risucchiato gran parte della loro massa.

«Negli ultimi dieci anni, gli astronomi hanno scoperto che la binarietà è un elemento molto importante nell’evoluzione stellare – ha detto René Oudmaijer autore principale dello studio – Ora ci stiamo muovendo sempre più verso l’idea che è ancora più complesso di così e che debbano essere prese in considerazione anche le stelle triple».

Questa scoperta potrebbe rivoluzionare non solo lo sviluppo delle teorie su come le stelle si evolvono, ma anche avere enormi impatti sulla comprensione dei buchi neri, delle stelle di neutroni e delle sorgenti di onde gravitazionali.

 

Crediti immagini: illustrazioni di sistemi in cui una terza stella è stata ‘vampirizzata -Eso. L. Calçada e S.E. de Mink