La luna di Giove Io potrebbe celare un oceano composto da magma sotto la sua superficie e la temperatura ai suoi poli potrebbe essere inaspettatamente calda.  Lo ha scoperto un team di scienziati del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, analizzando i dati raccolti dalla sonda Nasa Juno. Lo studio è stato pubblicato su Nature lo scorso 13 novembre.

Io è il corpo celeste più attivo del sistema solare e i pennacchi di gas prodotti da questa attività si estendono per circa 500 chilometri sopra la superficie.

Secondo quanto emerso dalla precedenti ricerche, l’attività vulcanica su io è provocata dalle intense forze mareali, indotte dall’enorme attrazione gravitazionale di Giove. Quest’ultima causa la deformazione della crosta del satellite che avviene a intervalli di tempo regolari, producendo una grande quantità di calore.

I ricercatori hanno analizzato i dati della sonda Juno, che ha orbitato attorno a Io effettuando scansioni dei poli nel vicino infrarosso, consentendo la prima panoramica dell’attività vulcanica della luna nel suo complesso.

Gli scienziati hanno rilevato 266 hotspot vulcanici attivi su Io. Nel dettaglio, il numero di vulcani situati ai poli è più o meno lo stesso delle altre aree, tuttavia, a differernza degli altri, emettono meno della metà dell’energia. Grazie ai modelli computerizzati è stato possibile ipotizzare la presenza di un oceano di magma situato sotto la superficie della luna.

Secondo i ricercatori il livello di calore elevato individuato in prossimità dei poli potrebbe essere causato dalle stesse proprietà superficiali di Io in grado di trattenere il calore solare in modo più efficiente ai poli.

«Questo studio- afferma Ashley Davies, una vulcanologa presso il Jet Propulsion Laboratory – ci permette di avere una visione globale dell’attività vulcanica in corso su Io, un enorme passo avanti nel settore della vulcanologia».

La missione Juno, lanciata nel 2011 e giunta in orbita attorno a Giove nel 2016, è stata estesa fino al 2025. La suite di strumenti a bordo vanta una notevole partecipazione italiana con lo spettrometro a immagine infrarosso Jiram e lo strumento di radioscienza KaT (Ka-Band Translator).

Crediti foto: il polo sud di Io ripreso da Juno. Nature Astronomy/a Creative Commons Attribution 4.0