“Gli astronauti Nasa voleranno ancora sulle navicelle Soyuz”. E i lanci dovrebbero riprendere “secondo programma”. Lo ha detto l’Amministratore dell’agenzia statunitense Jim Bridenstine durante una conferenza stampa a Mosca, commentando l’incidente dello scorso 11 ottobre che ha costretto l’equipaggio a un atterraggio di emergenza.

Il cosmonauta russo Alexey Ovchinin e l’astronauta americano Nick Hague dovevano raggiungere i colleghi dell’Expedition 57 sulla Iss, ma pochi minuti dopo il liftoff è stato rilevato un problema a uno dei propulsori della Soyuz Ms-10. Il guasto ha immediatamente fatto scattare la procedura per il distacco della capsula e il rientro di emergenza degli astronauti, avvenuto intorno alle 11:20 italiane a una ventina di chilometri dalla città di Zhezkazgan, in Kazakistan. Nonostante la discesa turbolenta, che ha sottoposto la navicella a un’accelerazione di quasi sette volte la forza di gravità terrestre, Ovchinin e Hague non hanno riportato danni.

L’agenzia russa ha subito aperto un’indagine per ricostruire la dinamica dell’incidente, e nei giorni scorsi sono iniziate a circolare le prime ipotesi sulle possibili cause e i primi pronostici sul futuro della Iss. Tra gli scenari peggiori c’è il momentaneo abbandono della stazione, dopo quasi vent’anni di alternanza ininterrotta degli equipaggi. Una possibilità che però la Nasa ha fin da subito affermato di voler evitare, e che adesso le parole di Bridenstine sembrerebbero escludere. La dichiarazione, circolata su Twitter poco dopo la conferenza stampa dall’account dello stesso Bridenstine, aveva anche lo scopo di riconfermare la fiducia nell’agenzia spaiale russa a seguito del fallimento del lancio. “Nonostante le nostre differenze politiche – ha scritto infatti l’Amministratore in un altro tweet – i nostri rapporti con la Russia nel settore spaziale continueranno a essere forti.”

Il prossimo lancio verso la Iss è attualmente in programma per metà dicembre: la Soyuz dovrebbe trasportare Anne McClain della Nasa, David Saint-Jacques dell’Agenzia spaziale canadese e Oleg Kononenko di Roscosmos. Prima di confermare la missione bisognerà però attendere il rapporto dell’agenzia spaziale russa, per capire esattamente che cosa è andato storto durante l’ultimo volo.