di Pino di Feo

C’è un cartoon di successo della Walt Disney Pictures, WallE che, nella sua scena introduttiva, mostra una futuristica orbita terrestre letteralmente invasa da rottami. Vecchi satelliti non più funzionanti o resti di missioni spaziali divenuti, negli anni, Space debrisrottami.

Un futuro distopico che potrà essere evitato con le missioni di In-Orbit Servicing (Ios); una sorta di pit-stop orbitale per satelliti con lobiettivo di garantire continue e costanti operazioni robotiche per estenderne, teoricamente allinfinito, la vita operativa: rifornimento di propellente, riparazione o sostituzione di componenti, trasferimento orbitale e rientro atmosferico assistito.

Non è fantascienza ma si avvia già oggi a essere realtà; lAgenzia spaziale italiana (Asi), infatti, ha firmato con Thales Alenia Space (joint venture tra Thales 67% e Leonardo 33%) mandataria di un Raggruppamento Temporaneo dImprese (Rti) di cui fanno parte le aziende Leonardo, Telespazio, Avio e D-Orbit un contratto del valore complessivo di 235 milioni di euro per la progettazione, lo sviluppo e la qualifica di una missione dimostrativa dedicata proprio ai  servizi di sorveglianza dellambiente spaziale (Space Situational Awarness) e gestione del traffico spaziale (Space Traffic Management).

Lo sharing vede Thales Alenia Space Italia con circa il 55% dell’aggiudicazione totale rispetto al valore complessivo del progetto, Avio con il 15%, Leonardo con il 12%, D-Orbit con il 10% e Telespazio con il 3% mentre il restante 5% è stato aggiudicato a subappaltatori del Consorzio.

Il contratto fa parte delle risorse investite dal Governo italiano tramite il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), attraverso il quale lAsi ha potuto finanziare una serie di importanti programmi nazionali, come la Space Factory, evidenziati nel resoconto del quadriennio Asi 2019-2023.

«LIn-Orbit Servicing spiega Enrico Cavallini, Responsabile dei contratti di Asi riguarda il portfolio di servizi che è possibile fornire agli asset orbitali in senso ampio. In dettaglio; la missione dimostrativa nazionale ha lobiettivo di sviluppare le capacità tecniche, tecnologiche e operative di un ampio insieme di servizi orbitali, al fine di consentire allindustria nazionale del settore aerospaziale un posizionamento di primo piano in ambito internazionale e preparare, nel medio e lungo periodo, i servizi orbitali del futuro e la logistica spaziale. A questa si affianca lo sviluppo del Multi-purpose Green Engine, un motore verdedi nuova generazione sviluppato attraverso tecniche di manifattura additiva e approcci di prototipazione rapida per le applicazioni di logistica spaziale ad ampio spettro, da quelle di ultimo stadio e kick-stage di lanciatore di classe media, a quelle di modulo orbitale per lIn-Orbit Servicing e Space Rider. LAsi è il soggetto attuatore dimplementazione del progetto, nellambito dei finanziamenti di Pnrr e Fondo Complementare, più specificatamente Missione 1 Componente 2 Digitalizzazione, Innovazione e Competitività del Sistema Produttivo’ – Intervento 4.4 Tecnologia Satellitare ed Economia Spaziale’ – ‘In-Orbit Economy, conferitogli dallamministrazione titolare, il Ministero per le Imprese ed il Made in Italy che vede a sua volta due linee di investimento sinergiche: la missione dimostrativa di In-Orbit Servicing e il motore Multi-purpose Green Engine (Mpge)».

Le operazioni in orbita saranno eseguite da un braccio robotico sviluppato da Leonardo, in collaborazione con IIstituto italiano di tecnologia (Iit) e lIstituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e la partecipazione della pmi Sab Aerospace.

La missione dimostrativa in orbita bassa (Leo) sarà pronta al lancio entro il 2026 e testerà le tecnologie abilitanti per queste future missioni di servizio orbitali, eseguendo diverse operazioni robotiche su satelliti già in orbita.

«Il sistema precisa Rocco Maria Grillo dellunità trasporto spaziale e In-Orbit Servicing dellAsi – sarà composto da due satelliti (un servicer che realizza i servizi e un satellite target) e dei relativi servizi di controllo e gestione a terra, che dovranno svolgere, in maniera del tutto autonoma e attraverso i necessari standard di sicurezza, una serie di operazioni in orbita, secondo un profilo di capacità incrementale. In particolare, il Servicer che sarà realizzato da Thales Alenia Space Italia, sarà linfrastruttura orbitale che effettuerà le manovre di servicing. Telespazio, insieme ad Altec, sarà invece responsabile della progettazione, dello sviluppo e della validazione del segmento di terra e del centro di controllo della missione». Avio svolgerà le attività di progettazione e sviluppo del Modulo di Supporto Orbitale e di Propulsione del Servicer.

La società D-Orbit progetterà e realizzerà la piattaforma satellitare target che si basa sulla piattaforma ION (InOrbit Now) di proprietà dellazienda e il sistema di rifornimento e di refuelling verso il satellite target. Leonardo svilupperà il braccio robotico per le manovre di capturing per la fase finale di avvicinamento, attracco e separazione del servicer con il target».

La seconda linea programmatica dellIn-orbit servicing riguarda lo sviluppo del Multi-purpose Green Engine (Mpge), un motore a propellente liquido green, che potrà essere utilizzato nelle future applicazioni di In-Orbit Servicing e di Space Logistics. Il costo complessivo delle attività relative al motore è pari a circa 55 milioni di euro e prevede lo sviluppo di due differenti versioni dello stesso. Una prima concepita per essere impiegata come ultimo stadio di lanciatore e una seconda per attività di In-Orbit Servicing.

LMpge sarà infatti caratterizzato da unampia versatilità dimpiego (da cui la definizione multi-purpose) sia come modulo propulsivo di sistemi spaziali per servizi in orbita di futura generazione, anche in configurazioni riutilizzabili come Space Rider, sia come motore dello stadio orbitale di lanciatori classe Vega. «Questo propulsore, della classe del chilo-newton (ovvero 100 kg di spinta) –  racconta Roberto Bertacin, anchegli dellUnità Trasporto Spaziale e In Orbit Servicing di Asi – è caratterizzato dallutilizzo di una combinazione ossidante-combustibile allo stato liquido. Grazie a unintrinseca capacità di regolazione, potrà equipaggiare gli stadi orbitali dei lanciatori Vega oppure essere operato come modulo propulsivo per piattaforme spaziali orbitanti. A differenza delle attuali combinazioni di propellenti liquidi non criogenici, in grado di mantenere il proprio stato fisico a temperature ambiente e prestazioni per missioni operative di diversi mesi o anni, il motore farà ricorso a composti caratterizzati da tossicità estremamente inferiore. Questa caratteristica, grazie ad una notevole riduzione dei rischi per la salute umana e degli impatti ambientali, consentirà di semplificare le procedure di caricamento (ridimensionando i livelli di sicurezza da esse richiesti) e di ridurre tempi e costi associati. Una volta caratterizzate e verificate le capacità prestazionali del motore, inoltre, il ventaglio delle possibili applicazioni potrà essere certamente ampliato includendo anche profili di missione Deep Space (caratterizzate da lunghe fasi di crociera, grazie alla versatilità intrinseca del motore, alla sua capacità di riaccensione e alla cosiddetta storabilità’ della combinazione di propellenti utilizzati».

Tra i punti di forza delle missioni di In-Orbit Servicing, infine, anche il ricorso allutilizzo dellIntelligenza Artificiale che potrà garantire una maggiore automazione e una più efficace resilienza del programma.

«Ad oggi conclude Cavallini – lutilizzo dellIntelligenza Artificiale sugli asset satellitari è unopportunità di spin-in da settori non-spazio a quelli spazio e di sviluppo specifico per le attività spaziali delle capacità di elaborazione ed utilizzo dei dati generati ed acquisiti nellambiente spaziale o dallambiente spaziale, particolarmente importante sia a bordo del satellite che a terra. È chiaro che lintroduzione e lutilizzo di tale tecnologia richiede gli opportuni sviluppi e controlli di robustezza, resilienza e qualità, al pari degli algoritmi ad oggi in uso, in special modo quando lutilizzo di algoritmi di Intelligenza Artificiale avviene per funzioni o attività critiche rispetto alla missione. Al pari di ogni sviluppo tecnologico, considerato funzionalmente essenziale per lo sviluppo delle capacità di In-Orbit Servicing (e.g. la robotica), è prevista una logica di sviluppo incrementale degli algoritmi dIntelligenza Artificiale allinterno del programma di In-Orbit Servicing che verranno affiancati a quelli standard e verificati durante la missione per poterne caratterizzare la performance tecnica e validarli durante le attività dimostrative previste per la missione».

Immagine in apertura: concept preliminare della Missione Dimostrativa di In-Orbit Servicing.