di Alessandra Di Cecco e Valeria Guarnieri

Lavvento di costellazioni satellitari, la miniaturizzazione dei payload e laccesso allo spazio da parte di compagnie private e di nazioni emergenti, hanno generato, negli ultimi anni, un incremento significativo di oggetti lanciati in orbita, con il conseguente aumento del numero di detriti spaziali. Questi particolari oggetti ricomprendono: satelliti non più operativi, stadi di lanciatori, frammenti dovuti a break-up spontanei o collisioni in orbita e altre piccole componenti, come quelle rilasciate durante le comuni operazioni di missione.

I detriti spaziali sono motivo di preoccupazione a livello globale e costituiscono un pericolo per le attività spaziali, tanto che nel 2021 sono stati anche inseriti nellagenda del forum intergovernativo G7. La popolazione detritica è infatti incontrollata e date le alte velocità in gioco, ad esempio in orbita bassa, la collisione tra un satellite operativo e un piccolo frammento può portare al danneggiamento di un sotto-sistema o alla perdita dellintera missione, con conseguente perdita di ingenti investimenti economici. Detriti di grande dimensione, invece, potrebbero creare pericoli durante il rientro incontrollato in atmosfera terrestre, sia per il traffico aereo, che in caso di arrivo a terra di eventuali frammenti sopravvissuti allattrito atmosferico.  

Anche il Comitato per lUso Pacifico dello Spazio delle Nazioni Unite (Copuos) promuove raccomandazioni per affrontare il problema dei detriti spaziali e laumento delle attività spaziali, sostenendo le 21 linee guida per la sostenibilità a lungo termine delle attività spaziali.

La necessità di un ambiente spaziale sicuro, protetto e sostenibile è sostenuta anche dal Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), cioè il programma di ripresa economica varato dallUnione Europea per ridare slancio alleconomia dopo la pandemia da Covid-19.

LAgenzia spaziale italiana partecipa ai programmi di Ssa (Space Situational Awareness) dellEsa e Sst (Space Surveillance and Tracking) dellUnione Europa e, nellambito della Missione 1 Componente 2 Investimento 4.4 Piano operativo In-Orbit Economy – Sst/Flyeyedel Pnrr, è stata pianificata la realizzazione di unInfrastruttura Hardware e Software (Ihs) che sarà collocata presso il Centro Spaziale Asi situato a Matera.

I compiti che attendono il progetto Ihs sono molteplici, dato che sarà lunico centro dellAsi per le future operazioni di coordinamento delle attività di Space Traffic Management. Lobiettivo principale di Ihs è la distribuzione di servizi di allerta in caso di possibile collisione tra satelliti (collision avoidance), avvenuta frammentazione in orbita e rientri in atmosfera. Il potenziamento di tali servizi è anche un obiettivo fondamentale del Programma Spazio dellUnione Europea, che Asi sostiene attraverso la propria partecipazione alla Partnership SST. Unulteriore capacità dellIhs sarà quella di fornire servizi innovativi anche a supporto di campagne operative di In-Orbit Servicing e per manovre di evitamento di collisione (Collision Avoidance Manouvre). Tali servizi saranno messi a disposizione di operatori satellitari civili, privati e istituzionali, così come del Ministero della Difesa, in particolare, rafforzando la collaborazione con il Centro C-SSA di Poggio Renatico dellAeronautica Militare.

Per raggiungere questi obiettivi, lIhs si interfaccerà con i sensori dellAsi installati a Matera già impiegati nellambito della sorveglianza spaziale, come il telescopio Spade e il laser Mlro, e con la futura rete di sensori che verrà realizzata sempre nellambito del Pnrr, ovvero con il network dei telescopi Flyeyee con la stazione osservativa Space Debris Laser-Ranging. LInfrastruttura sarà impegnata in attività relative allacquisizione, catalogazione e archiviazione dei dati dei sensori, nonché nel processamento dei dati osservativi attraverso un complesso sistema di software opportunamente sviluppati. Ihs integrerà anche cataloghi esterni, inclusi i dati di Space Weather, per provvedere al mantenimento di un Catalogo di Oggetti Orbitanti.

Inoltre, Ihs prevederà la possibilità di simulare levoluzione dellambiente spaziale a seguito di nuovi lanci, collisioni e frammentazioni, sia per eventi simulati che reali.  

Il progetto Ihs, finanziato appunto con i fondi del Pnrr, sarà realizzato da Telespazio S.p.A., aggiudicataria del contratto a seguito di procedura selettiva. Allo sviluppo delle attività parteciperanno anche altre realtà industriali, incluse Pmi, oltre al mondo accademico e spin-off universitari. Il progetto, che avrà una durata di 36 mesi, vede ancora una volta protagonista il Centro Asi di Matera, la principale struttura operativa dellagenzia, che questanno celebra i 40 anni dalla sua fondazione.

Immagine in apertura: un’immagine generata al computer che rappresenta le posizioni, ma non le dimensioni relative, dei detriti spaziali come si potrebbero osservare dall’orbita terrestre alta. Crediti Nasa