Una rete di fabbriche dello Spazio, connessa con tutta la filiera, dedicata, in particolare, alla produzione di piccoli satelliti e diffusa su tutto il territorio nazionale. Al suo centro, una nuova infrastruttura allo stato dell’arte nel campo della produzione di assetti spaziali, a disposizione di tutto il comparto industriale, che funzioni anche come incubatore di idee e di sviluppo di nuove tecnologie. Nell’insieme, un sistema integrato di tecnologie d’avanguardia che consenta al sistema Paese di cavalcare l’onda della Space Economy, generare e aumentare nuove linee di produzione e porsi come un’eccellenza a livello internazionale nel comparto delle costellazioni satellitari.  E’ questa l’ambiziosa visione contenuta nel programma Space Factory 4.0 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per attività di ricerca e sviluppo tecnologico, finanziato dall’Unione europea e gestito dall’Agenzia spaziale italiana.

Un progetto inclusivo e di ampie vedute, come si evince anche dalla composizione del Raggruppamento temporaneo di imprese (Rti) aggiudicatario che include una grande impresa, una media impresa, una Pmi e un centro di ricerca: il consorzio, guidato da Thales Alenia Space (Thales 67% e Leonardo 33%) mette insieme Argotec, Sitael e il Centro italiano ricerche aerospaziali (Cira).

Le attività sono state assegnate attraverso una procedura aperta, con specifici requisiti legati alla capacità pregresse e agli obiettivi del progetto. In particolare, il Pnrr prevedeva per Space Factory un investimento complessivo a favore delle imprese di 57 milioni di euro, più un co-finanziamento industriale di pari importo: un impegno importante, che dà una misura della solidità richiesta alle aspiranti imprese appaltanti.

Il primo contratto in ambito Space Factory – sottoscritto il 28 aprile scorso dall’Agenzia spaziale Italiana e dal Raggruppamento temporaneo di imprese rappresentato da Thales Alenia Space Italia in qualità di mandataria – prevede un investimento complessivo di 65 milioni di euro solo per la parte Space Factory 4.0, 32 dei quali forniti dall’Asi tramite il Pnrr e il resto investiti dal Rti aggiudicatario.

La formula è quella del Partenariato Pubblico Privato, il che vuol dire che a fronte di un investimento pari al 49% del totale, l’Agenzia spaziale italiana manterrà la proprietà di metà delle infrastrutture che saranno realizzate. «Un investimento  – spiega Marco di Clemente, a capo dell’Unità tecnologie dell’Asi – che si traduce in opportunità per il sistema Paese, perché le capacità di sviluppo e testing che saranno generate nell’infrastruttura Space Factory verranno capitalizzate a livello nazionale. In altre parole – aggiunge Di Clemente – nell’ambito di un piano di gestione programmato, le facility saranno a disposizione di tutta la comunità industriale, a particolare vantaggio di tutte quelle piccole e medie e imprese e start up che non hanno capacità finanziarie per affrontare un investimento di questo tipo, ma che potranno comunque beneficiare dei servizi offerti».

Nell’ambito del progetto verranno sviluppate tecnologie innovative per la digitalizzazione dei processi ed è inoltre previsto l’uso della robotica, della realtà virtuale e aumentata, l’interazione uomo/macchina, processi di test automatizzati, l’impiego di intelligenza artificiale per la gestione e l’elaborazione dei dati: tutto questo si riflette nella possibilità di velocizzare le linee produttive diminuendo i tempi di realizzazione dei piccoli satelliti. Un cambio totale di paradigma rispetto al passato, sia in termini di risparmio che di efficienza tecnologica.

Il programma Space Factory prevede due ulteriori contratti a supporto della filiera, uno assegnato a Cesi, l’altro alle consociate Thales Alenia Space Italia e Sitael, che riguarderanno  attività di ricerca e sviluppo per celle solari ad alta efficienza e sviluppo di unità e sottosistemi delle piattaforme Nimbus e Platino, dal valore complessivo di circa 28 milioni di euro. Un’ulteriore spinta per il decollo di un progetto che punta a fare dell’Italia uno dei capisaldi dell’industria satellitare mondiale, sia in termini di know-how che di capacità tecnologiche e produttive.