Come parte delle missioni lunari robotiche che compongono l’articolato programma Artemis, volto al ritorno dell’uomo sulla Luna, l’Agenzia statunitense ha selezionato un nuovo ventaglio di strumenti per stabilire l’età e la composizione del terreno collinare creato dall’attività vulcanica sul lato vicino della Luna.
La nuova suite di tool si chiama Dimple, abbreviazione di Dating an Irregular Mare Patch with a Lunar Explorer, e indagherà, per l’appunto, una particolare Irregular Mare Patch (Imp), un’anomalia topografica presente sulla superficie lunare chiamata Ina e scoperta nel 1971 dalle immagini orbitali dell’Apollo 15. Imparare di più su questa area consentirà di approfondire la storia e l’evoluzione della Luna, fornendo indizi sulla storia dell’intero sistema solare.
Dimple è il vincitore del terzo bando annuale di proposte per Prism (Payloads and Research Investigations on the Surface of the Moon), per l’invio sulla Luna di missioni scientifiche attraverso un’iniziativa della Nasa chiamata Clps (Commercial Lunar Payload Services).
L’investimento massimo previsto per lo sviluppo della suite è di 50 milioni di dollari e la data di consegna è fissata per non prima del secondo trimestre del 2027. La Nasa prevede di lavorare all’emissione di un ordine di attività Clps nel 2024 per definire quando sarà lanciato Dimple.
Sulla Luna sono presenti circa 70 Imp, scoperti dal Lunar Reconnaissance Orbiter della Nasa, e Ina rimane il più grande identificato finora.
Dimple aiuterà a determinare se queste aree irregolari si sono formate da processi vulcanici recenti o antichi. La missione farà uso di un rover fornito dal Clps, di uno strumento di raccolta e uno spettrometro che può aiutare a determinare la composizione del materiale lunare per analizzare l’età e la composizione dei campioni raccolti dalla superficie di Ina.
Dimple sarà in grado di raccogliere e analizzare da tre a 25 campioni per individuare a quando risale l’attività vulcanica che ha generato Ina. Ad esempio, se l’attività vulcanica risulta essere geologicamente recente, ciò implica che o il mantello lunare era più caldo di quanto si pensasse in precedenza, o che gli elementi radioattivi hanno contribuito a eruzioni su piccola scala che si sono verificate più tardi nell’evoluzione lunare di quanto si pensasse in precedenza. Entrambi gli scenari ci aiuterebbero a comprendere meglio lo stato geochimico della Luna nel tempo. Se, d’altra parte, le eruzioni che hanno creato Ina si rivelassero più antiche, ciò porterebbe a rivalutare l’età e l’evoluzione dei crateri sulla Luna, il che avrebbe implicazioni per la comprensione della storia della Terra e di altri pianeti del sistema solare.
«Con la selezione di Dimple, puntiamo a risolvere definitivamente il dibattito su quanto recentemente la Luna sia stata vulcanicamente attiva», ha affermato Joel Kearns, vice amministratore associato per l’esplorazione presso la direzione della missione scientifica della Nasa. «Non solo questo è un enigma scientificamente intrigante, la cui soluzione può cambiare radicalmente la nostra comprensione dell’evoluzione della Luna, ma rappresenta l’opportunità di testare di una tecnologia che può essere utilizzata per misurare le età assolute di una varietà di terreni geologici in tutto il sistema solare».
Questa missione insieme alle molte altre previste dal programma Artemis contribuiscono a gettare le basi per il ritorno dell’uomo sulla Luna.