La ricerca e la lotta per sconfiggere il cancro passano anche dall’orbita terrestre bassa. La missione privata Axiom-2 (Ax-2), lanciata lo scorso 21 maggio, ha portato sulla Stazione Spaziale Internazionale gli esperimenti dell’Università della California per testare farmaci antitumorali in microgravità.

L’assenza di gravità agisce come un acceleratore dei processi tumorali, per questo i laboratori della Iss permettono di osservare l’evoluzione del cancro in un tempo più ridotto. Le ricerche copriranno tutto il periodo della missione Ax-2 e si concentreranno su leucemia, cancro al seno e cancro del colon-retto, questi ultimi i due tumori più frequenti nella popolazione umana.

Studi precedenti hanno dimostrato che la microgravità accelera l’invecchiamento, l’infiammazione e la disfunzione immunitaria nelle cellule staminali umane, quelle non ancora specializzate e in grado di trasformarsi nei diversi tipi di cellule presenti nel nostro corpo.
L’alterazione delle cellule staminali è una delle condizioni precancerose da cui i tumori possono insorgere.
Contemporaneamente, la microgravità è in grado anche di rigenerare le cellule staminali tumorali, le quali costituiscono, invece, la riserva per la crescita del cancro.

La comprensione di questi meccanismi garantisce risultati a beneficio non solo degli astronauti ma soprattutto della capacità di prevedere e trattare le patologie tumorali sulla Terra.

Nell’aprile 2022, le ricerche della prima missione Ax-1 avevano dimostrato che in microgravità si manifesta con più forza la rigenerazione delle cellule staminali del cancro, le quali diventano così più resistenti alle terapie standard. Ora, la missione Ax-2 determinerà se due farmaci inibitori possono invertire questo processo di rigenerazione. Per tutte le tre forme di cancro da studiare, i test si baseranno sui modelli organoidi, ossia aggregati di cellule che mimano organi o tumori in miniatura.

Parallelamente verrà portato avanti uno studio longitudinale per monitorare la salute delle cellule staminali nel sangue degli astronauti, con lo scopo di capire come queste vengono influenzate dal volo spaziale.
Prima, durante e subito dopo la missione verranno raccolti campioni di sangue dai membri dell’equipaggio, prevedendo in seguito un follow-up annuale per i cinque anni successivi.

Gli scienziati valuteranno così l’attività degli enzimi responsabili delle alterazioni al Dna e all’Rna da cui possono nascere patologie tumorali, e comprendere l’influenza dell’ambiente spaziale.
La ricerca mira a capire quando e come si degradano questi enzimi negli astronauti permettendo lo sviluppo di potenziali contromisure.
Le analisi dei dati raccolti in orbita negli 8 giorni della missione As-2 verranno effettuate presso lo Sanford Stem Cell Institute dell’Università della California a San Diego.

 

Immagine in evidenza: I ricercatori dell’Università della California a San Diego presso il Sanford Stem Cell Institute valutano i campioni di cellule dopo il loro rientro dall’orbita terrestre bassa. Crediti: UC San Diego Health Sciences