Un cubo di ghiaccio alto 20 km sciolto in 30 anni.
È la preoccupante immagine che riassume la quantità stimata di ghiaccio polare perso in Antartide e in Groenlandia dal 1992 al 2020 per mano del riscaldamento globale.
Lungo questo periodo, è lo scorso decennio ad avere il predominio assoluto, contando i 7 anni peggiori in termini di perdita dei ghiacci delle calotte polari, tra cui il 2019 il peggiore in assoluto.

Questa è la drammatica fotografia che emerge dall’ultima ricerca del progetto Imbie (Ice Sheet Mass Balance Intercomparison Exercise) che ha combinato 50 rilevazioni satellitari effettuate tra il 1992 e il 2020 dell’Antartide e della Groenlandia.
Dallo studio si è scoperto che lo scioglimento dei ghiacci polari è ora responsabile di un quarto (25,6%) di tutto l’innalzamento del livello del mare, con un aumento di cinque volte rispetto agli anni ’90 quando rappresentava solo una piccola parte (5,6%) del fenomeno.
Il progetto Imbie nasce nel 2011 dalla collaborazione di Esa e Nasa, con l’obiettivo di effettuare stime più precise sul bilancio di massa delle calotte glaciali, fornendo un contributo fondamentale all’Ipcc, l’ente intergovernativo che raccoglie tutte le informazioni scientifiche sull’evoluzione del riscaldamento globale e dei suoi effetti ambientali.

Grafico tratto dalla ricerca sui dati satellitari Imbie che mostra il crescente contributo delle calotte glaciali al livello globale del mare dal 1992 al 2020.

La nuova ricerca, la terza valutazione prodotta dal team Imbie, rivela che le calotte polari della Terra hanno perso complessivamente 7.560 miliardi di tonnellate di ghiaccio tra il 1992 e il 2020, una quantità pari a un enorme cubo di ghiacci alto 20 km. Il fenomeno ha causato un aumento di 21 mm del livello globale del mare dal 1992, di cui quasi due terzi (13,5 mm) provenienti dalla Groenlandia e un terzo (7,4 mm) dall’Antartide.
La perdita è stata costante negli ultimi 30 anni ma con alcune annate record. Tra tutte primeggia il 2019, quando le calotte glaciali hanno perso ben 612 miliardi di tonnellate di ghiaccio. Di questa perdita complessiva, 444 miliardi di tonnellate di ghiaccio sono state perse in Groenlandia a causa di un’ondata di caldo artico estivo tra le peggiori di sempre. 168 miliardi di tonnellate sono state, invece, perse in Antartide, il sesto dato più alto mai registrato per la regione.
Se le lastre di ghiaccio continueranno a perdere massa al ritmo attuale, l’Ipcc prevede che contribuiranno tra i 148 e i 272 mm al livello medio globale del mare entro la fine del secolo.

«Il monitoraggio continuo delle calotte glaciali è fondamentale per prevedere il loro comportamento futuro in un mondo in via di riscaldamento e per adattarsi ai rischi associati che le comunità costiere di tutto il mondo dovranno affrontare», afferma Inès Otosaka dell’Università di Leeds, primo autore della ricerca.

Il progetto Imbie è il frutto del lavoro di 68 scienziati polari di 41 organizzazioni internazionali che hanno utilizzato le misurazioni di 17 missioni satellitari, tra cui per la prima volta la missione gravitazionale Grace-Fo di Nasa. La terza valutazione Imbie è pubblicata sulla rivista Earth System Science Data e il nuovo set di dati è disponibile pubblicamente sul sito del British Antarctic Survey.


Immagine in evidenza: istantanea dal grafico animato, visibile qui sopra, con cui Esa presenta i dati della terza valutazione del progetto Imbie. Crediti: Esa/Planetary Visions