Si chiama Dagger, acronimo di Deep Learning Geomagnetic Perturbation, e potrebbe aiutarci a predire le tempeste solari: questo è l’algoritmo recentemente sviluppato dal Frontier Development Lab, una collaborazione che include Nasa, lo United States Geological Survey e lo United States Department of Energy. Ne parla una ricerca pubblicata sulla rivista Space Weather.

Gli sviluppatori di Dagger lo hanno testato confrontando le sue previsioni con delle misurazioni risalenti ad agosto 2011, quando una tempesta solare ha colpito la Terra. Nel diagramma in alto, i punti indicano le misurazioni delle perturbazioni del campo magnetico terrestre. Il colore dei punti rappresenta l’intensità delle perturbazioni, che è maggiore per quelli arancioni e rossi. Le previsioni di Dagger sono illustrate nel diagramma in basso: qui, le perturbazioni più intense sono previste attorno al Polo Nord, proprio come indicato dalle misurazioni. Crediti: V. Upendran et al.

Le tempeste solari, o tempeste geomagnetiche, sono il risultato dell’interazione tra il Sole e l’ambiente magnetico che circonda la Terra, la cosiddetta magnetosfera. La nostra stella, infatti, produce un flusso costante di particelle – il vento solare – che perturba il campo magnetico terrestre, assieme a un’ampia gamma di altri eventi in cui una grande quantità di energia viene rilasciata dal Sole in breve tempo. Il potenziale impatto di una tempesta geomagnetica è devastante, soprattutto in una società dipendente dalla tecnologia come la nostra: potrebbe far smettere di funzionare le reti elettriche, le comunicazioni radio e quelle via satellite per giorni interi.

Quello che fa Dagger è prevedere l’arrivo delle tempeste solari con un anticipo di circa mezz’ora, un tempo sufficiente per adottare misure precauzionali e prevenire le loro conseguenze più gravi. Le previsioni vengono generate in meno di un secondo e si aggiornano ogni minuto. In questo modo, sostiene il leader della ricerca Vishal Upendran, dell’Inter-University Center for Astronomy and Astrophysics in India, «è possibile fare previsioni globali rapide e accurate e compiere decisioni informate in caso di tempeste solari, minimizzando così – o addirittura prevenendo – i danni alla società moderna».

Ma come fa Dagger a sapere quando incombono le tempeste geomagnetiche? L’algoritmo combina i dati dei satelliti Nasa con un’intelligenza artificiale, che è stata allenata a identificare le relazioni tra le misurazioni del vento solare e le perturbazioni del campo magnetico terrestre osservate da stazioni sul pianeta. E il codice di Dagger è completamente open source: una risorsa irrinunciabile in vista del 2025, quando si prevede che l’attività solare raggiungerà il suo massimo. Non manca che rendere l’algoritmo operativo: un giorno, magari, verremo avvertiti dell’imminente arrivo di una tempesta geomagnetica proprio come prima di una bufera.

Immagine in evidenza: Un brillamento solare immortalato il 2 ottobre 2014. I brillamenti sono tra gli eventi che possono innescare una tempesta geomagnetica. Crediti: Nasa/Sdo