Un ‘ballerino’ che esegue piroette in maniera così vorticosa da perdere i ‘pezzi’: è quello che accadrebbe all’asteroide Didymos secondo un nuovo studio di Icarus (articolo: “Lifted particles from the fast spinning primary of the Near-Earth Asteroid (65803) Didymos”).
L’indagine, coordinata dall’Istituto di Fisica Applicata dell’Università di Alicante, si è basata su simulazioni informatiche e si è centrata sul comportamento di questo asteroide, che è in coppia con un celebre compagno: Dimorphos. Quest’ultimo si è guadagnato gli onori della cronaca in quanto target di Dart (Double Asteroid Redirection Test): si tratta di una missione Nasa di difesa planetaria, mirata a verificare se l’impatto di una sonda fosse in grado di deviare un asteroide diretto verso la Terra dalla sua traiettoria. Dart, che vanta un significativo contributo italiano, ha centrato il suo obiettivo nella notte tra il 26 e il 27 settembre 2022 e la sua impresa è stata documentata con successo dal ‘reporter’ spaziale LiciaCube. Cubesat realizzato da Argotec, la missione LiciaCube dell’Agenzia Spaziale Italiana ha visto il coordinamento scientifico dell’Inaf e la collaborazione di Politecnico di Milano, Università di Bologna, Università Parthenope e Cnr-Ifac.
La missione ha quindi acceso i riflettori su questi due asteroidi che sono stati e sono tuttora oggetto di numerosi studi. Secondo gli scienziati, la ‘nascita’ di Dimorphos sarebbe connessa proprio al comportamento ‘agitato’ di Didymos: infatti, la sua rotazione a velocità vertiginose comporta una perdita di detriti che, scagliati nello spazio circostante, si sarebbero ammucchiati sino a formare un nuovo corpo celeste, Dimorphos appunto. Gli studiosi sono stati in grado di misurare massa e dimensioni di Didymos e ritengono che il suo aspetto sia dovuto alle sue piroette e che la fuoriuscita di materiale prosegua ancora oggi.
Le simulazioni informatiche hanno prospettato quattro diversi scenari nel caso in cui queste emissioni si verifichino tuttora: il materiale potrebbe semplicemente ricadere indietro sulla superficie di Didymos oppure rimanere bloccato nella sua orbita o ancora disperdersi nello spazio o, infine, planare su Dimorphos. I ricercatori propendono per il primo scenario, ma un quadro più chiaro si potrà avere solo con la missione Hera dell’Esa. Questa sonda, il cui lancio è previsto nel 2024, sorvolerà da vicino la coppia di asteroidi, raccogliendo dati preziosi soprattutto per osservare il cratere che Dart ha formato sul ‘volto’ di Dimorphos in seguito all’impatto.
In alto: gli asteroidi Dimorphos e Didymos, con la sonda Dart e il cubesat LiciaCube (Crediti: Nasa/Johns Hopkins Apl/Steve Gribben).