Si presentano come una serie di linee che spiccano sullo sfondo scuro dello spazio e rendono inutilizzabili i ‘ritratti’ di stelle e galassie: gli intrusi in questione sono le scie lasciate dai satelliti in orbita bassa, i cui effetti sugli scatti realizzati dal telescopio Hubble sono al centro di un nuovo studio di Nature Astronomy (articolo: “The impact of satellite trails on Hubble Space Telescope observations”).

L’indagine, svolta da un team internazionale, è stata coordinata dal Max-Planck Institute for Extraterrestral Physics e ha visto anche il coinvolgimento dell’Esa. La ricerca ha richiesto l’analisi di una vasta messe di immagini di Hubble, distribuite in un arco di tempo compreso tra il 2001 e il 2021; gli astronomi, per gestire una ricerca così ampia, si sono fatti aiutare da un nutrito gruppo di cittadini-scienziati. I volontari, che erano stati precedentemente coinvolti nel progetto Hubble Asteroid Hunter, hanno dato un vivace seguito alla richiesta dei ricercatori: sono ben 11mila quelli che hanno partecipato alla ‘caccia’ alle scie.

Il problema delle strisce lasciate dai satelliti è noto da tempo, ma è diventato particolarmente fastidioso per gli astronomi da quando sono entrate in gioco grandi costellazioni satellitari per telecomunicazioni come Starlink di SpaceX; per rendere l’idea dell’ampiezza, a gennaio 2022 il numero di satelliti Starlink in orbita aveva superato la quota di 2mila. Le scie rovinano le immagini scattate sia dai telescopi di terra, sia da quelli spaziali.

Gli autori dello studio hanno scelto di focalizzarsi su Hubble che ha una situazione particolare: la sua orbita è più vicina alla Terra rispetto a quella dei satelliti collocati in orbita bassa, che quindi si possono interporre tra il telescopio e i suoi obiettivi di ricerca. A causa dell’attrito atmosferico, infatti, Hubble si trova ora a un’altitudine media di 538 chilometri rispetto alla superficie del nostro pianeta.

I cittadini-scienziati coinvolti nella ricerca hanno passato in rassegna vent’anni di foto di Hubble e hanno evidenziato quelle con le scie indesiderate, aiutandosi con un algoritmo. Al termine dell’indagine è emerso che circa il 2,7% delle foto di Hubble ha subito la presenza ingombrante delle strisce; inoltre, la probabilità che questo inconveniente si manifesti è passata dal 3,7% del 2009 al 5,9% del 2020.

Hubble non è solo in questa situazione: anche altri telescopi collocati in orbita bassa, come Cheops e Neowise, possono essere ‘infastiditi’ dal passaggio dei satelliti. Tuttavia, anche le società che gestiscono le costellazioni hanno preso coscienza del problema: proprio lo scorso 10 gennaio è stato sottoscritto un accordo tra SpaceX e l’ente americano National Science Foundation per mitigare le interferenze dei satelliti Starlink con le attività di ricerca astronomica.

In alto: alcuni esempi di immagini di Hubble in cui appaiono le scie dei satelliti (Crediti: Nature Astronomy)