In futuro la regolite lunare potrebbe essere utilizzata per costruire vere e proprie strade e piattaforme di atterraggio per i rover sulla superficie del nostro satellite naturale. Lo afferma uno  studio condotto dal Federal Institute of Materials Research and Testing e dalla Aalen University, pubblicato su Scientific Reports.

La polvere lunare rappresenta una sfida importante per i rover poiché, a causa della bassa gravità, tende a disperdersi danneggiando le apparecchiature. Per questo motivo la costruzione di infrastrutture, come strade e piste di atterraggio a prova di regolite, sarà cruciale per il buon funzionamento dei futuri habitat lunari.

Tuttavia, il costo del trasporto dei materiali per la costruzione dalla Terra sarebbe molto ingente e sarà fondamentale utilizzare le risorse disponibili loco.

Ginés-Palomares, Miranda Fateri e Jens Günster, i tre ricercatori coinvolti nello studio, hanno fuso un materiale a grana fine chiamato Eac-1a, sviluppato dall’Esa, come sostituto del suolo lunare, grazie a  un laser ad anidride carbonica. L’obiettivo era simulare lo scioglimento della polvere lunare grazie alle radiazioni solari. Gli scienziati hanno sperimentato raggi laser di diversa intensità e dimensione (rispettivamente fino a 12 kilowatt e 100 millimetri di diametro) per creare un materiale  sufficientemente robusto. Grazie al raggio, è stato possibile sciogliere la polvere per creare parti assemblabili che potrebbero essere connesse per creare una superficie solida.

Per poter realizzare queste strutture sulla Luna – si legge nello studio – sarebbe necessario portare una lente di circa 2,37 metri quadrati: questa potrebbe fungere da concentratore di luce solare al posto del laser. Inoltre, le dimensioni relativamente ridotte dell’attrezzatura necessaria sarebbero un vantaggio nelle future missioni sulla Luna.

Crediti foto: Esa