Anche il permafrost sta capitolando, messo a dura prova dal cambiamento climatico: infatti, il terreno perennemente ghiacciato (diffuso nelle regioni estreme della Terra) si è dimostrato molto sensibile all’aumento delle temperature, sfatando la nomea che – fino a tempi abbastanza recenti – lo voleva relativamente immune.
Il fenomeno del disgelo del permafrost sta interessando numerose aree situate all’altezza del Circolo Polare Artico, con conseguenze pesanti per l’ambiente e le attività umane. Lo stato di salute di questo particolare terreno è tenuto costantemente sotto controllo, sia dai satelliti per Osservazione della Terra, sia da missioni aeree dotate di specifici strumenti di monitoraggio come Above della Nasa.
Dal 2015 Above (Arctic Boreal Vulnerability Experiment) studia l’impatto del cambiamento climatico e ambientale nelle aree artiche dell’Alaska e del Canada nord occidentale. Queste zone, a una prima occhiata, sembrano ancora incontaminate per la vegetazione lussureggiante e la presenza di laghi dall’intenso colore azzurro, ma lo sguardo degli studiosi e soprattutto gli strumenti di osservazione notano i segni lasciati dal cedimento del permafrost. I più evidenti sono: aree in cui il terreno è diventato spugnoso e infossato, alberi che hanno assunto un’inclinazione anomala e stagni di recente formazione che rilasciano metano.
Le campagne di Above, negli anni, si sono centrate su vari filoni di ricerca: per esempio, i cambiamenti nella copertura vegetale e nelle abitudini migratorie degli animali. Quest’anno il team della missione si è focalizzato appunto sul disgelo del permafrost, sulle emissioni di metano e sugli incendi boschivi e ha potuto contare su uno strumento molto sensibile. Infatti, l’aereo utilizzato per Above è stato dotato del radar Uavsar (Uninhabited Aerial Vehicle Synthetic Aperture Radar), che, tramite impulsi radio, è in grado di monitorare accuratamente la forma del terreno e degli specchi d’acqua anche attraverso le nubi o una vegetazione molto fitta; questo monitoraggio viene ripetuto periodicamente per controllare l’evoluzione del territorio.
Il radar in questione è molto simile allo strumento principale dell’imminente missione Nisar: si tratta di un satellite per Osservazione della Terra realizzato dalla Nasa e dall’agenzia spaziale indiana Isro. L’utilizzo di Uavsar per la campagna 2022 di Above ha consentito alla comunità scientifica di avere un ‘assaggio’ delle capacità del radar di Nisar, soprattutto per quanto riguarda la tipologia dei dati. Il nuovo satellite, che dovrebbe essere lanciato nel 2023, terrà sotto controllo in particolar modo gli ecosistemi, i ghiacciai e le superfici dinamiche della Terra; i dati di Nisar saranno di grande aiuto al team di Above per approfondire alcuni processi a lungo termine che stanno interessando le zone artiche.
In alto: veduta aerea dell’Alaska (Crediti: Nasa/Sofie Bates)