È emersa dalle acque oceaniche meno di due mesi fa ed è stata monitorata dall’occhio vigile delle ‘sentinelle’ spaziali del programma europeo Copernicus: si tratta di Niijima, un’isoletta di origine vulcanica apparsa davanti alla costa meridionale dell’isola giapponese di Iwo Jima, che nel 1945 fu teatro di un noto scontro tra le forze statunitensi e quelle nipponiche.

La costellazione satellitare Sentinel-2, dunque, non si è fatta quindi sfuggire l’entrata in scena di Niijima (‘nuova isola’ in giapponese), riprendendola il 27 novembre. La vicenda di questa piccola terra emersa, come documentato dagli scienziati dell’Università di Tokyo, aveva preso il via poco più di un mese prima (il 21 ottobre) con l’eruzione di un vulcano sottomarino. Dopo una decina di giorni, il magma incandescente ha ‘incontrato’ le acquee oceaniche, esplodendo e dando luogo a dei frammenti rocciosi che sono stati scagliati in aria fino ad un’altezza di 50 metri (video). Questi detriti vulcanici si sono gradualmente ammassati e hanno appunto creato l’isola, che dista da Tokyo 1200 chilometri.

L’immagine realizzata dai Sentinel-2 evidenzia che l’attività vulcanica è ancora in corso e che Niijma sta crescendo, innalzandosi dal mare; alla fine di novembre, infatti, l’isoletta risultava ancora in fermento e scossa da una nuova eruzione vulcanica. I geologi giapponesi che stanno monitorando l’evoluzione di Niijima hanno spiegato che la sua sopravvivenza dipenderà dal tipo di roccia di cui è composta. Se l’isola fosse costituita principalmente di lava pietrificata, potrebbe durare nel tempo; invece, si potrebbe restringere e man mano disperdere nell’oceano se i suoi materiali fossero più leggeri.

L’area in cui è spuntata Niijima è caratterizzata da una catena di vulcani sottomarini che costituiscono la cosiddetta ‘Cintura di fuoco’ dell’Oceano Pacifico, estesa per circa 40mila chilometri. I ricercatori dell’Università di Toyko ritengono che il sito di questa nuova isola sia stato per molti anni un focolaio di eruzioni sottomarine di vapore e lava: questo, a loro avviso, significa che la zona ospita una delle caldere vulcaniche maggiormente caratterizzate, a livello globale, da un tasso di crescita molto rapido. Niijima è stata osservata anche dal satellite Landsat 9 della Nasa/Usgs.

In alto: Niijima vista dai Sentinel-2 (Crediti: contiene dati Copernicus-Sentinel modificati 2023 – processamento di Esa)