Mancano 5 giorni al primo schianto intenzionale di una sonda contro un asteroide nello spazio profondo. Nella notte tra il 26 e il 27 settembre, la sonda Dart di Nasa impatterà contro Dimorphos in quello che è il primo tentativo di difesa planetaria progettato dall’uomo. Una dimostrazione su cui saranno puntati gli occhi di Esa, Nasa e dell’Agenzia Spaziale Italiana.
La collisone di Dart sarà monitorata sia da Terra a 11 milioni di km di distanza, come nel caso della rete Estrack di Esa e del Deep Space Network di Nasa, sia nello spazio in prossimità, grazie allo sguardo di LiciaCube, il nanosatellite di Asi che si spingerà fino a soli 55 km dal bersaglio della sonda Nasa.
Dimorphos è una piccola luna orbitante attorno al corpo maggiore Dydimos. Pur non rappresentando una minaccia per la Terra, è stato individuato come target del primo test di deviazione in quanto nel caso di orbite lunari è più facile calcolare eventuali alterazioni.
Lanciato il 24 novembre 2021, Dart è stato monitorato nelle scorse settimane da 3 stazioni di Terra: la Deep Space Antenna 3 dell’Esa, situata a Malargüe, in Argentina, e le due antenne Nasa, situate a Canberra, in Australia, e a Goldstone, in California. Il loro tracciamento simultaneo ha consentito di determinare con estrema precisione la posizione di Dart, oltre all’orientamento e alla velocità. Un monitoraggio congiunto intensificatosi ulteriormente negli ultimi giorni, con la rete Estrack dell’Esa in contatto quotidiano con la sonda.
«È fondamentale per il successo della missione che non ci siano vuoti di copertura durante la fase terminale di Dart – afferma Daniel Firre, responsabile del Dart service dell’Esa – Le antenne di tutto il mondo lavoreranno all’unisono, sostenendosi a vicenda e colmando eventuali lacune nella copertura della Deep Space Network della Nasa: non possiamo perdere il collegamento con Dart nemmeno per un momento»
Lo sguardo più ravvicinato alla missione sarà quello di Draco, camera a bordo di Dart. Il suo ruolo principale è stato, negli ultimi mesi, fornire un supporto fondamentale per guidare l’avanzamento della sonda Nasa. Draco ha, infatti, nel mirino il sistema asteroidale di Dydimos già dal 27 giugno del 2022, senza tuttavia aver ancora distinto il vero target Dimorphos: Dart riuscirà a farlo solo nell’ultima ora prima della collisione. Nei minuti pre-impatto, la camera Draco invierà un ricco flusso di immagini che costituiranno il primo film dell’azione autodistruttiva di Dart. Informazioni che viaggeranno per 11 milioni di km in circa 30 secondi per giungere alla stazione Esa di New Norcia in Australia.
«Questi dati saranno utilizzati dagli scienziati per stimare la massa dell’asteroide, il tipo di superficie e il luogo dell’impatto», afferma Suzy Jackson, responsabile della manutenzione e delle operazioni della stazione terrestre di New Norcia.
Ciò che Draco non potrà, però, filmare sarà l’impatto su Dimorphos, in quanto la camera si distruggerà contro la sua superficie come del resto tutta la sonda Dart. Unico testimone oculare della collisione sarà invece LiciaCube, il nanosatellite Asi realizzato in Italia da Argotec.
Il cubesat dal peso di 14 kg ha viaggiato per dieci mesi in seno a Dart, prima di separarsi dalla sonda Nasa lo scorso 12 settembre, e diventare così a tutti gli effetti la prima missione interplanetaria gestita da un team completamente italiano. La missione Asi vede il coordinamento scientifico di Inaf e la collaborazione di Politecnico di Milano, Università di Bologna, Parthenope e Ifac-Cnr.
LiciaCube dovrà dimostrare la collisione di Dart contro Dimorphos tramite le immagini acquisite dalle sue due camere a bordo, Leia e Luke. La prima scatterà immagini in bianco e nero ad alta risoluzione, con un campo di osservazione molto dettagliato, entrando in azione già 120 secondi prima della collisione. La seconda, invece, acquisirà anche i colori RGB, fornendo informazioni sulle differenze di composizione superficiale.
«Le immagini scientifiche di LiciaCube saranno acquisite complessivamente per 10 minuti a cavallo dell’impatto di Dart, durante il passaggio ravvicinato a Dimorphos – afferma Angelo Zinzi, LiciaCube Soc Lead di Asi – Le immagini arriveranno a Terra scaglionate e verranno processate e archiviate dallo Scientific Operations Center (Soc) presso lo Space Science Data Center (SSDC) di Asi».
Il team scientifico di LiciaCube studierà, così, la natura di Dimoprhos e i detriti generati dalla collisione con Dart.
Conclusa l’azione dimostrativa di Dart, e la missione parallela di LiciaCube, le conseguenze dell’impatto compreso l’eventuale cratere su Dimorphos saranno indagate dalla futura missione Hera. La sonda Esa sarà lanciata nel 2024 per effettuare, due anni più tardi, una perizia dettagliata che confermerà se l’orbita di Dimorphos sia stata realmente modificata.
Tutte le informazioni acquisite saranno, così, utili per trasformare in futuro il grande esperimento che andrà in scena fra pochi giorni in una tecnica di difesa planetaria affinata e ripetibile.
Immagine in evidenza: illustrazione dell’impatto di Dart su Dimorphos. Crediti: Esa– Science Office