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Dopo oltre 50 anni, la Nasa è pronta a inviare sulla Luna dei retroriflettori di nuova generazione per una migliore comprensione del nostro satellite e del suo rapporto con la Terra.

Si tratta del Next Generation Lunar Retroreflector (Nglr), la versione evoluta degli specchi installati dagli astronauti delle missioni Apollo in cui la luce laser inviata dalla Terra rimbalzava nella stessa direzione di arrivo; calcolando il tempo necessario ai raggi per tornare indietro, gli scienziati hanno così misurato con precisione la forma della Luna e la distanza dalla Terra, entrambe direttamente influenzate dall’attrazione gravitazionale del nostro pianeta. Alla vigilia delle missioni Artemis, la ricerca lunare sfrutta ancora i dati dei retroriflettori dell’era Apollo.

Specchio lunare delle missioni Apollo

Specchio lunare delle missioni Apollo

L’esperienza della Nasa su questi strumenti ha permesso lo sviluppo di specchi innovativi con cui si possono ottenere misurazioni con precisione sub-millimetrica. Con Nglr amplieremo significativamente le nostre conoscenze sui processi geologici del nostro satellite, sulle proprietà della crosta lunare e la sua struttura interna e su come il sistema Terra-Luna sta cambiando nel tempo. Questa tecnologia consentirà anche test ad alta precisione sulla teoria della gravità di Einstein, o relatività generale.

Sviluppato dai ricercatori dell’Università del Maryland, Nglr-1 è uno dei 10 carichi utili previsti a bordo del lander lunare Blue Ghost di Firefly Aerospace. La missione fa parte del Commercial Lunar Payload Services (Clps) della Nasa e il lancio è previsto nel 2025.

Un secondo retroriflettore Nglr, chiamato Artemis Lunar Laser Retroreflector (Allr), potrebbe partire insieme all’equipaggio di Artemis III ed essere installato vicino al polo sud lunare. E’ previsto anche un terzo retroriflettore per una futura missione Clps in una posizione non polare.

 

Immagine in evidenza: Nglr-1 – Crediti: Firefly Aerospace