Il bersaglio del primo test di difesa planetaria in assoluto è stato agganciato. La sonda Dart di Nasa ha rilasciato la sua prima immagine di Dydimos, il sistema di due asteroidi contro cui il veicolo spaziale, grande quanto un frigorifero, si schianterà il prossimo 26 settembre.
L’obiettivo da impattare è Dimorphos, luna orbitante attorno al più grande corpo roccioso Dydimos. Sebbene il sistema non rappresenti una minaccia per la Terra, lo scopo della missione è dimostrare la nostra capacità di modificare l’orbita di un asteroide, sperimentando per la prima volta la tecnica dell’impatto cinetico.
Composta da 243 immagini, la foto è stata realizzata il 27 luglio 2022 dalla camera Draco a bordo di Dart, quando la sonda Nasa si trovava a 20 milioni di chilometri dal sistema Dydimos. Nonostante ciò, la telecamera di navigazione si è dimostrata in grado di rilevare i due asteroidi e individuarne la posizione, superando con successo questo test di cattura delle immagini.
«La qualità dell’immagine è simile a quella che potremmo ottenere dai telescopi a Terra — afferma Elena Adams, ingegnere dei sistemi della missione Dart — ma è importante dimostrare che Draco funziona correttamente e riesce a vedere il suo bersaglio per effettuare le regolazioni necessarie prima di iniziare a usare le immagini per guidare autonomamente la navicella verso l’asteroide».
Nelle ultime ore prima dell’impatto, che avverrà quando i due asteroidi saranno a 11 milioni di chilometri dalla Terra, il successo di Dart dipenderà, infatti, dalla sua capacità di elaborazione delle immagini di Didymos e Dimorphos. Mentre il team Nasa effettuerà da Terra l’ultima correzione della traiettoria il 25 settembre, circa 24 ore prima dell’impatto, da quel momento la sonda dovrà guidarsi autonomamente verso la collisione senza alcun intervento umano, solo basandosi sulle immagini di Draco. Una sfida che Dart affronterà alla velocità di oltre 6 km al secondo.
La missione Nasa, lanciata il 24 novembre 2021, vede come unico partner internazionale l’Agenzia Spaziale Italiana. A bordo di Dart è ospitato, infatti, il nanosatellite LiciaCube, gioiello tecnologico realizzato da Argotec. Il cubesat italiano farà da testimone oculare della missione autodistruttiva di Dart, dato che ne sarà l’unico superstite. LiciaCube si sgancerà da Dart dieci giorni prima dell’impatto ed effettuerà uno dei flyby più veloci dello spazio, avvicinandosi nel suo punto di massima prossimità a soli 55 chilometri da Dimorphos.
Grazie alle immagini acquisite dalle due camere di LiciaCube, Leia e Luke, il team scientifico coordinato da Inaf studierà il cratere prodotto da Dart e i detriti generati dalla collisione. La missione Asi vede, inoltre, la collaborazione di Politecnico di Milano, Università di Bologna, Parthenope e Ifac-Cnr.
Immagine in evidenza: l’immagine del sistema Dydimos catturata dalla camera Draco (Didymos Reconnaissance and Asteroid Camera for Optical navigation) di Dart il 27 luglio 2022 Crediti: Nasa, Jpl, Dart Navigation Team.