È un ‘peso massimo’ simile a Giove (ma non troppo) che se la prende comoda nell’orbitare intorno alla sua stella ed è anche piuttosto vicino alla Terra, in termini astronomici: è questo l’identikit di Toi-2180b, un esopianeta individuato nei dati di Tess, il satellite della Nasa che va a caccia di questi mondi ‘esotici’. Il colosso gassoso è al centro di un nuovo studio di The Astronomical Journal (articolo: “The Tess-Keck Survey. VIII. Confirmation of a Transiting Giant Planet on an Eccentric 261 Day Orbit with the Automated Planet Finder Telescope”); la ricerca, coordinata dall’Università della California-Riverside (Ucr), è stata anche presentata al 239° convegno dell’American Astronomical Society.
I tratti salienti del pianeta non sono l’unica peculiarità di questa scoperta: infatti, se Toi-2180 b è venuto a galla lo si deve a un gruppo di cittadini scienziati dall’occhio di lince che ha operato in sinergia con gli accademici. Gli appassionati, coinvolti nel progetto Planet Hunters, hanno avuto libero accesso ai dati di Tess e li hanno esaminati con un programma che comporta l’esame dei dati a occhio; i ricercatori, invece, conducono la stessa analisi con un algoritmo che valuta i dati automaticamente. L’occhio umano, in questo caso ha avuto la meglio.
Nella sua caccia agli esopianeti – spiegano gli studiosi – Tess passa al setaccio un settore del cielo per un mese per scovare i cali di luminosità stellare che sono alla base del metodo del transito; completato il settore, il satellite si rivolge a un’altra porzione di cielo e così via. Tuttavia, un singolo calo non basta per affermare di aver trovato un nuovo mondo: l’affievolimento potrebbe essere causato da altri fattori, come l’effetto di una stella ‘mascherata’ da pianeta oppure uno sfarfallio del telescopio. Quindi, Tess non si concentra solo sui singoli eventi, a differenza di quanto ha fatto un piccolo gruppo di tenaci cittadini-scienziati che, scandagliando i suoi dati, ha trovato un calo di lucentezza per l’astro designato con la sigla Toi-2180.
Pur trattandosi di un solo evento, il gruppo ha allertato Paul Dalba, astronomo dell’Ucr specializzato nello studio di pianeti che impiegano tempi lunghi per orbitare intorno alla loro stella. L’esperto si è messo immediatamente all’opera e, coinvolgendo i suoi colleghi, ha effettuato una serie di controlli con il telescopio Automated Planet Finder (Apf) presso l’osservatorio Lick, situato sul Monte Hamilton in California.
Grazie agli strumenti di Apf, i ricercatori sono riusciti a osservare la spinta gravitazione del pianeta sulla sua stella e quindi a calcolare la massa di Toi-2180 b, formulando anche ipotesi sulla sua orbita. In questo modo è stato delineato un primo identikit del corpo celeste: ha lo stesso diametro di Giove, ma è quasi tre volte più massiccio; dovrebbe persino contenere 105 volte la massa della Terra in elementi più pesanti dell’elio e dell’idrogeno. Inoltre, è relativamente vicino al nostro pianeta (‘solo’ 379 anni luce) e impiega 261 giorni per compiere un giro completo intorno alla sua stella.
Per avere una conferma definitiva dell’esistenza di questo mondo, il team dell’Ucr ha organizzato una campagna di osservazioni su vasta scala, coinvolgendo 14 diversi telescopi collocati nell’emisfero settentrionale della Terra. Le immagini della stella Toi-2180 ottenute in questo modo non hanno ancora consentito di giungere a una convalida, ma dai dati è emerso che il pianeta extralarge dovrebbe compiere un altro transito a febbraio. Gli astronomi, sottolineando l’utilità dei progetti di citizen-science, si stanno quindi preparando a ulteriori indagini sui dati di Tess.
In alto: elaborazione artistica di un esopianeta gassoso in orbita intorno alla sua stella (Crediti: Nasa)