L’oceano che si cela nelle profondità di Europa, la luna di Giove, potrebbe essere in grado di sostenere la vita. Lo afferma uno studio condotto dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa presentato durante la conferenza virtuale di Goldsmith. Nella ricerca – oltre alla questione dell’abitabilità – viene trattato il processo che ha dato origine all’oceano sotterraneo che potrebbe essersi formato dalla divisione di minerali contenenti acqua, causata dalle forze di marea o dal decadimento radioattivo. Se confermata la teoria potrebbe avere implicazioni anche per i processi simili che avvengono su altre lune del Sistema Solare.
Europa è una delle più grandi lune del Sistema Solare e grazie ai dati raccolti dalla sonde Galileo e Voyager è stato possibile individuare la presenza dell’oceano al di sotto della superficie. Tuttavia, le origini e la composizione di queste acque , non sono ancora chiare. Per scoprire di più sui processi di formazione dell’oceano i ricercatori del Jpl hanno modellato i bacini geochimici all’interno dell’Europa utilizzando i dati della missione Galileo.
«Siamo stati in grado di modellare la composizione e le proprietà fisiche del nucleo, dello strato di silicato e dell’oceano – commenta Mohit Melwani Daswani, autore principale dello studio – abbiamo scoperto che i diversi minerali presenti perdono acqua e sostanze volatili a differenti profondità e temperature. Abbiamo aggiunto ai nostri calcoli queste sostanze volatili che probabilmente si sono disperse all’interno e abbiamo scoperto che la loro percentuale è coerente con la massa prevista dell’oceano attuale e quindi con tutta probabilità sono presenti nell’oceano».
I ricercatori hanno scoperto che i mondi oceanici come Europa possono essere formati dal metamorfismo: in altre parole il riscaldamento e l’aumento della pressione causati dal decadimento radioattivo precoce o dal successivo movimento delle maree del sottosuolo, causerebbero la rottura dei minerali contenenti acqua.
L’oceano – si legge nella ricerca- in origine sarebbe stato leggermente acido, con alte concentrazioni di anidride carbonica, calcio e solfato. Le simulazioni in laboratorio e i dati raccolti dal telescopio spaziale Hubble hanno evidenziato la presenza di cloruro sulla superficie di Europa un elemento che potrebbe trovarsi anche nell’acqua rendendo la composizione dell’oceano simile a quella dei mari terrestri, una caratteristica che renderebbe la vita sostenibile.
«Europa rappresenta una delle migliori possibilità di trovare forme di vita nel nostro Sistema Solare – continua Daswani – la sonda Europa Clipper della Nasa verrà lanciata nei prossimi anni e la nostra ricerca vuole essere propedeutica a questa missione, che indagherà sull’abitabilità di Europa. I modelli sviluppati ci portano a pensare che gli oceani di altre lune, come Ganimede e la luna di Saturno Titano, possano essersi formati con processi simili. Per completare questo percorso però dobbiamo ancora comprendere diversi punti, come il modo in cui i fluidi migrano attraverso l’interno roccioso di Europa».
I ricercatori hanno esteso la loro collaborazione a due gruppi europei a Nantes e a Praga per cercare di identificare il ruolo dei vulcani sottomarini nei cambiamenti che hanno interessato le acque ricche di cloruro di Europa. L’abitabilità di questo oceano è ancora tutta da verificare e i ricercatori si domandano se questa luna ghiacciata possa generare abbastanza calore per sciogliere la roccia. Di certo – all’interno di questi corpi celesti – avvengono reazioni chimiche interessanti ma quale flusso di elettroni potrebbe essere utilizzato dalla vita aliena per alimentarsi nelle fredde profondità di queste acque? Un aspetto chiave che rende un mondo abitabile è la capacità intrinseca di mantenere questi equilibri chimici e l’obiettivo delle missioni future sarà proprio quello di indagare sulla loro presenza.