C’è un’esoluna di notevoli dimensioni in orbita attorno a un pianeta simile a Giove, oltre il nostro Sistema Solare. L’oggetto è stato scoperto da un gruppo di astronomi della Columbia University che ha utilizzato i dati del telescopio spaziale Kepler. Se confermato da ulteriori analisi, questo avvistamento potrebbe indicare che le esolune sono una caratteristica comune di un gran numero di sistemi planetari. Lo studio è stato pubblicato su Nature Astronomy.

Il primo avvistamento in assoluto di un’esoluna, in orbita intorno al pianeta extrasolare Kepler 1625b, risale a quattro anni fa ed è ancora in attesa di una conferma definitiva. Secondo alcuni scienziati, la verifica di questa nuova candidata potrebbe essere altrettanto lunga e controversa.

L’esoluna orbita intorno al pianeta Kepler 1708b, un mondo a 5500 anni luce dalla Terra in direzione delle costellazioni del Cigno e della Lira. La luna è un terzo più piccola di quella scoperta quattro anni fa che ha all’incirca le dimensioni di Nettuno. Secondo i ricercatori, i due corpi celesti sono probabilmente composti da gas che si è accumulato sotto l’attrazione gravitazionale causata dalle loro enormi dimensioni. In questo caso, le due lune potrebbero essere state dei pianeti veri e propri all’inizio della loro esistenza: successivamente sarebbero state attratte dai due giganteschi esomondi, Kepler 1625b e 1708b.

Entrambe le lune si trovano lontano dalla loro stella ospite e per scovarle  i ricercatori sono andati alla ricerca di  pianeti gassosi, freddi e giganti su orbite ampie,  lo stesso tipo di metodo utilizzato per individuare le lune di Giove e Saturno. Le esolune sono particolarmente interessanti, dal punto di vista degli astronomi, perché alcune di esse  potrebbero essere in grado di sostenere la vita. 

Individuare una luna a centinaia o migliaia di anni luce dalla Terra è tutt’altro che semplice. Lune e pianeti possono essere osservati solo indirettamente mentre passano davanti alle stelle che li ospitano, causando un affievolimento intermittente della luce della stella. Catturare uno di questi fugaci segnali di transito con un telescopio è complicato, così come interpretare i dati della curva di luce. Le lune sono ancora più difficili da rilevare perché sono più piccole e bloccano meno luce.

«La ricerca vale la pena – conclude David Kipping, autore dello studio – anche l’esistenza degli esopianeti è stata accolta con scetticismo all’inizio. I pianeti extrasolari sono ‘alieni’ rispetto al nostro Sistema Solare, ma hanno cambiato il modo di approcciarsi al processo di formazione dei sistemi planetari».