Lo scorso giovedì 6 gennaio, dal pad 39A del John F. Kennedy Space Center di Cape Canaveral (Florida, USA) è decollato il Falcon 9 di SpaceX con a bordo 49 satelliti, che si aggiungeranno a quelli della costellazione Starlink già in orbita.

Probabilmente si tratta dell’ultimo impiego del Falcon 9 per le operazioni di implementazione dei servizi di internet a banda larga della Starlink; infatti, il 7 gennaio, con una lettera inviata alla Federal Communications Commission, la Space X ha fatto sapere che, sulla scorta degli ultimi progressi aziendali conseguiti oltre ogni previsione, sarebbe pronta a dare inizio al lancio del sistema “Gen2” già entro marzo 2022.

Tuttavia, la vera novità è che SpaceX starebbe pensando di non ricorrere nuovamente al Falcon 9 per immettere i prossimi (circa) 30.000 satelliti di seconda generazione per Starlink; al contrario, preferirebbe impiegare la Starship.

Sebbene la Federal Aviation Adminsitration non abbia ancora autorizzato i piani relativi a “Gen2”, a fondamento della scelta di SpaceX, vi sarebbe l’imminente e favorevole revisione ambientale nel sito di lancio a Boca Chica (Texas, USA), che la stessa FAA prevede di ultimare entro il 28 febbraio. Autorizzazione che consentirà il lancio di debutto della Starship.

La doppia autorizzazione della FAA, già fortemente contestata dai principali competitors (in primis, Amazon), consentirà dunque alla SpaceX di dispiegare i primi satelliti del sistema “Gen2”, i quali affiancheranno (e poi sostituiranno) i satelliti di prima generazione della Starlink e opereranno su nove orbite poste ad altitudini comprese tra 340 km e 614 km.