I vuoti cosmici – le strutture ritenute fossili dell’Universo primordiale – sono costantemente riempiti da materia esterna. Lo afferma uno studio condotto dall’Università di Valencia e pubblicato su The Astrophysical Journal Letters.
«I vuoti cosmici sono le strutture più grandi del cosmo e il loro processo di formazione ed evoluzione è essenziale per comprendere la configurazione dell’Universo – afferma Susana Planelles, co-autrice della ricerca – studiarli come fenomeno fisico è sempre stato difficile proprio per il fatto che si tratta di grandi volumi, a bassissimo contenuto di materiale. Da un punto di vista osservativo, analizzare i pochi elementi esistenti al loro interno è complesso e la modellizzazione teorica lo è altrettanto. Per questo motivo utilizziamo descrizioni molto semplificate».
Secondo la teoria più diffusa, i vuoti cosmici sono regioni fossili che provengono dall’evoluzione regolare e lenta delle aree meno dense, generate nelle fasi primordiali dell’Universo. I vuoti, inoltre, potrebbero espandersi aumentando il loro volume e perdendo parte della materia, che fuoriuscirebbe dai loro confini. Di conseguenza, il cosmo sarebbe stato creato da da bolle grandi e praticamente cave (i vuoti) che, espandendosi, porterebbero alla formazione dei filamenti e degli ammassi galattici.
Lo studio ha messo in discussione questa teoria consolidata attraverso complesse simulazioni cosmologiche condotte grazie al supercomputer Lluís Vives. «La nostra ricerca – conclude Planelles – dimostra che all’interno di questi vuoti si possono trovare tante informazioni rimaste fino ad ora celate».
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