Scenari desertici, rocce polverose, crateri e altri elementi geologici utili a ricostruire il passato di Marte sono i suoi soggetti preferiti, ritratti con una pluralità di strumenti all’avanguardia: l’attrezzatissimo fotografo è il rover Perseverance della Nasa, che da oltre 200 sol (i giorni marziani) sta esplorando il sito su cui si è posato ovvero il cratere Jezero. L’attività scientifica del veicolo, giunto sul Pianeta Rosso il 18 febbraio 2021, è focalizzata sull’astrobiologia e quindi sulla ricerca di tracce di eventuali forme di vita microbica, attraverso la caratterizzazione della geologia e del clima del corpo celeste. Le immagini forniscono un contributo di grande rilievo nello svolgimento di queste indagini: le fotocamere di Perseverance, in grado di realizzare varie tipologie di vedute, aiutano il team della missione a determinare quali aree siano più interessanti da esplorare o quali rocce siano più utili per la raccolta dei campioni.
Sono sette le fotocamere del rover dedicate all’attività scientifica e ognuna di esse ha un team di ricercatori e tecnici che decide quali soggetti scattare. Perseverance ne monta anche altre, che però sono centrate su varie operazioni di supporto ai suoi compiti (ad es., navigazione e individuazione di ostacoli).
Una delle fotocamere di maggiore rilievo è Mastcam Z, un vero e proprio paio di ‘occhi’ collocato sull’asta del rover e progettato per le foto di grandi dimensioni, pure in 3D. Lo strumento può realizzare anche video in alta definizione e funzionare come spettrometro a bassa risoluzione. SuperCam, invece, viene utilizzata quando occorre fotografare qualche particolare che richiede uno studio più approfondito e comprende il dispositivo Rmi (Remote Micro Imager) che può effettuare ingrandimenti anche a grandi distanze; lo strumento si trova collocato vicino a Mastcam Z.
Per riprendere i dettagli di rocce e sedimenti e valutare se siano interessanti per un prelievo di campioni entrano in gioco due fotocamere che si trovano sul braccio robotico del rover, operano insieme e non a caso sono state chiamate Sherloc (Scanning Habitable Environments with Raman & Luminescence for Organics & Chemicals) e Watson (Wide Angle Topographic Sensor for Operations and eNgineering). La prima, che include lo strumento ad alta risoluzione Aci (Autofocus and Contextual Imager), utilizza un laser ultravioletto per identificare determinati tipi di materiali nei massi e negli strati rocciosi. La seconda è in grado di realizzare immagini di dettaglio particolarmente rifinite di pietre e sedimenti, concentrandosi su varietà, colore e forma dei granelli che li compongono. Infine, all’estremità del braccio robotico, troviamo Pixl (Planetary Instrument for X-ray Lithochemistry), che utilizza i raggi X per determinare la composizione chimica delle rocce e degli strati.
Perseverance, che ha quindi realizzato un’ampia galleria di immagini, ha recentemente svolto con successo due raccolte di campioni rocciosi che ora sono al sicuro nei suoi contenitori.
In alto: selfie di Perseverance con la roccia da cui ha prelevato i campioni, realizzato da Watson
In basso, prima foto: esempio di panorama, realizzato con 70 scatti individuali di Mastcam Z – seconda foto: esempio di dettaglio della roccia Foux, realizzato da Watson
Crediti: Nasa