Fondare un’azienda che offre viaggi nello spazio per miliardari e unirsi al suo primo equipaggio di turisti suborbitali. È il sogno appena coronato dal numero uno della Virgin Galactic Richard Branson, che l’11 luglio è decollato dallo spazioporto America nel New Mexico a bordo dello spazioplano Vss Unity.
Il volo, durato poco più di un’ora tra andata e ritorno, ha compreso l’immancabile fluttuazione nella navicella grazie alla quasi totale assenza di peso, una volta superato quel tanto sospirato confine di 80 chilometri di altezza. Un’esperienza che a breve potranno sperimentare anche i facoltosi clienti della Virgin Galactic.
Oltre a una straordinaria impresa pubblicitaria, infatti, il lancio del miliardario inglese ha segnato anche il successo del primo equipaggio completo della SpaceShipTwo. Insieme ai suoi 5 compagni di viaggio, Branson ha valutato l’esperienza di volo e altri parametri necessari per trasformare i voli suborbitali turistici in realtà.
Una visione iniziata oltre trent’anni fa, quanto un giovane Richard Branson fonda la compagnia aerea Virgin Atlantic. Già allora, sul finire degli anni ’80, i viaggi spaziali sono nei piani dell’imprenditore britannico. Ma ci vogliono altri vent’anni perché questo obiettivo possa iniziare a concretizzarsi, con la registrazione del marchio Virgin Galactic nel 2004 e la scommessa sui voli suborbitali per il turismo spaziale del futuro. Un futuro che diventa presente nel 2018, quando lo spazioplano Vss Unity effettua il suo primo volo suborbitale con due piloti a bordo.
Certo, la strada si rivela non priva di ostacoli: come tutte le aziende spaziali private, anche la Virgin Galactic subisce diversi ritardi sulla sua tabella di marcia. Ad esempio il fallimento di un volo suborbitale alla fine del 2020 a causa di un problema al motore, il che vale uno stop alla compagnia di quasi un anno. Due mesi fa la ripresa in grande stile, con un nuovo lancio da manuale. E adesso, il successo del primo test con equipaggio completo, con Branson che ha dimostrato di averci messo non solo i soldi ma anche, letteralmente, la faccia. Lo stesso farà tra pochi giorni il fondatore di un altro colosso dello spazio privato, Jeff Bezos, che il 20 luglio salirà a bordo della navetta New Shepard sviluppata dalla sua Blue Origin.
A vent’anni dal primo viaggiatore spaziale pagante, lo statunitense Dennis Tito che trascorse una settimana in orbita nel 2001, ecco che il turismo spaziale acquista un volto del tutto nuovo, a partire da quello dei suoi protagonisti. Che in un futuro non lontano si troveranno anche a poca distanza dalle rinomate acque della costa pugliese, grazie all’accordo con Asi, Altec e Sitael per l’uso del futuro spazioporto di Grottaglie, zona dai dintorni decisamente più accattivanti degli aridi deserti del New Mexico.