Il suo aspetto ricorda quello dei cirri, le nubi bianche di alta quota che solcano i cieli con i loro esili ‘ciuffi’, ma non ha niente a che vedere con queste formazioni tipiche dell’atmosfera terrestre: si tratta di Ngc 2313, una nebulosa ad emissione, protagonista di un nuovo ‘ritratto’ realizzato da Hubble.
Questo oggetto celeste, scoperto il 4 gennaio 1862 dall’astronomo tedesco Heinrich Louis D’Arrest, si trova ad una distanza di oltre 3mila anni luce dalla Terra nella costellazione dell’Unicorno.
Le nebulose ad emissione sono ampie e scintillanti nubi di gas ionizzato, che diffondono luce propria. L’origine della ionizzazione, in genere, è l’energia emessa da una stella calda e vicina. Nel caso di Ngc 2313, la stella è V565 che spicca al centro dell’immagine, mettendo in evidenza un velo di gas e polveri; allo splendore argenteo del velo si contrappone l’oscurità di una fitta nube di gas e polveri.
Un tempo, entità di questo tipo venivano definite nebulose cometarie per il loro aspetto vagamente simile ad una cometa; l’espressione è poi caduta in disuso man mano che veniva acquisita una più approfondita conoscenza dell’Universo e degli oggetti celesti che lo popolano.
Ngc 2313, classificata anche come Ldn 1653 e Parsamyan 17, è stata ritratta da Hubble con la sua fotocamera Acs (Advanced Camera for Surveys) nell’ottico e nel vicino infrarosso.