Valli che si estendono per migliaia di chilometri, gole più profonde di qualunque struttura terrestre e depositi di ghiaccio che testimoniano l’antica presenza di acqua. Questo e molto altro si trova su Marte, il nostro vicino planetario su cui un giorno l’umanità punta a costruire colonie permanenti. Nel frattempo, lo studio dall’alto del mondo rosso continua grazie all’enorme quantità di dati raccolti dalle sonde. Un lavoro che sta aiutando gli scienziati a conoscere sempre meglio la geologia di Marte.
Ora un nuovo, doppio tassello arriva da due esploratori marziani d’eccezione: ExoMars Trace Gas Orbiter (Tgo) dell’Esa e Mars Reconnaissance Orbiter (Mro) della Nasa. Entrambe le sonde contano su un’importante partecipazione italiana, rispettivamente con lo strumento Sharad per Mro e lo strumento Cassis per Tgo. Nel secondo caso, è stato proprio Cassis l’autore della nuova scoperta: la telecamera a bordo di ExoMars ha catturato i resti di depositi di ghiaccio in una regione vicino a Sisyphi Tholus, alle alte latitudini meridionali marziana. L’immagine qui sotto è stata scattata all’alba di una giornata estiva nell’emisfero sud. A queste alte latitudini si possono formare strati di ghiaccio di anidride carbonica: Cassis li ha immortalati all’interno delle crepe poligonali nel terreno – una caratteristica che indica appunto la presenza di acqua ghiacciata intrappolata nel suolo. La scoperta si aggiunge ai preziosissimi dati raccolti da un altro strumento italiano, il radar Marsis a bordo della sonda Mars Express, che ha recentemente individuato una rete di laghi sotterranei salati al polo sud marziano.
Crediti: Esa/Roscosmos/Cassis
Spostandosi dal sud verso l’equatore, ecco che ci troviamo davanti a un’altra testimonianza degli spettacolari processi geologici che hanno plasmato il pianeta rosso. Qui lo strumento Hirise a bordo della sonda Mro della Nasa ha scattato nuove immagini del maestoso canyon Valles Marineris. Si tratta di un vasto sistema di valli situate nella zona equatoriale di Marte, nella parte orientale della regione di Tharsis. Le valli misurano complessivamente 4000 chilometri di lunghezza, 700 chilometri di larghezza e 11 chilometri di profondità: una formazione 10 volte più lunga e 7 volte più larga e più profonda del Grand Canyon. Il che la rende la più grande struttura di questo tipo conosciuta nel Sistema solare. Utilizzando i dati di Mro, gli scienziati dell’Università dell’Arizona hanno realizzato le immagini più dettagliate ad oggi disponibili di questi canyon marziani. Questi scatti potrebbero aiutare a comprendere i meccanismi di formazione di Valles Marineris, ad oggi ancora sconosciuti. Secondo i ricercatori, è possibile che centinaia di milioni d’anni fa i fiumi marziani possano aver modellato alcuni dei canali del canyon.
Che si tratti di antichi depositi di ghiaccio o di spettacolari valli scavate nella roccia, una cosa è certa: un tempo il pianeta rosso era un mondo acquoso, una caratteristica di cui ancora oggi si conservano le tracce.
CreditI: Nasa/Jpl/UArizona