STUDIO SU ICARUS/L’analisi dei minerali sul suolo marziano farebbe pensare ad un clima freddo e gelido, ma con sistemi idrotermali che avrebbero potuto favorire la formazione di vita
Ilaria Marciano8 giugno 2018
Il clima nell’antico passato di Marte è stato a lungo dibattuto: il pianeta era freddo e ghiacciato o caldo e umido, in grado di ospitare l’acqua? Dopo l’annuncio della scoperta di molecole organiche sul suolo marziano, grazie ai preziosi dati raccolti dal rover della Nasa Curiosity, arrivano i risultati di una nuova ricerca, pubblicata su Icarius. Secondo il nuovo studio, condotto da un team dell’Università di Purdue, il clima agli albori della formazione di Marte non sarebbe stato in grado di produrre condizioni sufficientemente calde da consentire la presenza di acqua liquida sulla superficie.
Dopo aver analizzato le immagini di una regione topografica negli altopiani meridionali di Marte, conosciuta come Sisyphi Planum, il team ha ipotizzato che un tempo l’area era costellata da vulcani attivi, oltre cento, sotto il ghiaccio. Sheridan Ackiss, autore principale dello studio, avvalendosi delle immagini catturate dallo spettrometro Crism a bordo della sonda Mro della Nasa, ha provato ad identificare la composizione minerale della superficie, per poi confrontarla con i minerali che si formano a seguito del vulcanismo subglaciale sul nostro pianeta, ovvero dalla fusione tra lava e ghiaccio. “Ogni roccia ha un’impronta digitale specifica che può essere indentificata dal modo in cui questi minerali riflettono la luce”, afferma Ackiss.
I risultati dello studio hanno indentificato tre distinte combinazioni di minerali nella regione, dominati da gesso, zolfo, solfati e una miscela di ossidi, tutti elementi presenti sulla Terra e che vengono prodotti a seguito di un’eruzione in ambienti glaciali. “Ora abbiamo due serie di dati, morfologici e minerali, che ci dicono che il clima di Marte, all’inizio della sua formazione, era gelido e il suo suolo probabilmente ghiacciato, ma anche che in questa regione potrebbero esserci stati anche sistemi idrotermali, che avrebbero reso Marte un luogo potenzialmente favorevole alla vita”.