ABITABILITA’ ESOPIANETI/Alpha Centauri, K2-239 e K2-240 e i loro pianeti sono entrati nell’obiettivo delle due missioni Nasa, obiettivo: la ricerca di mondi potenzialmente abitabili
Fulvia Croci8 giugno 2018
Settimana intensa per la ricerca sull’abitabilità degli esopianeti, grazie alla scoperte di Chandra e di Kepler. L’osservatorio a raggi X della Nasa ha puntato i suoi occhi verso Alpha Centauri e ha scoperto che qualsiasi pianeta del sistema, in orbita intorno alle sue due stelle più brillanti A e B, non sarebbe bombardato da eccessive quantità di raggi x emesse dai due astri. I dati di Chandra sull’abitabilità, prendono in considerazione tutte e tre le stelle del sistema, Centauri: A, B e C, nota anche come Proxima. A è simile al nostro Sole, B è meno luminosa mentre Proxima è una nana rossa con orbita molto più grande ed è in assoluto la stella più vicina alla Terra.
Le osservazioni del sistema sono durate oltre un decennio e hanno individuato che qualsiasi pianeta situato nella zona abitabile della stella A riceverebbe meno radiazioni di quelle ottenute dai pianeti che orbitano intorno al nostro Sole. La quantità di raggi di B invece, sarebbe superiore di 5 volte a quella della nostra stella mentre le radiazioni ricevute da Proxima sarebbero addirittura superiori di 500 volte quelle a cui è esposta la Terra. Non c’è possibilità, quindi che il pianeta scoperto in orbita attorno a Proxima sia abitabile.
Mentre continua la ricerca di esopianeti vicini alle stelle alpha cent a e b, dove, stando ai dati di Chandra, la vita potrebbe avere invece qualche chance di esistere. Nuove scoperte anche dall’instancabile Kepler, che ha individuato due nuovi sistemi planetari orbitanti intorno a due nane rosse. Il primo K2-239 ospita tre pianeti rocciosi di dimensioni simili alla Terra, mentre il secondo K2-240 ha due super- terre che misurano due volte la nostra. Le prime stime calcolano che le temperature delle atmosfere di questi sistemi possono essere di diverse decine più elevate di quelle terrestri a causa della forte radiazione che ricevono dalle loro stelle. Per saperne di più, dovremo attendere il debuttto del James Webb Telescope, che promette di indagare la struttura degli esopianeti con una precisione mai ottenuta finora.