Tra circa otto miliardi di anni il Sole avrà esaurito la sua fonte di combustibile, si sarà espansa diventando una gigante rossa, avrà poi perso gli strati esterni fino a lasciare esposto il suo nucleo caldissimo e denso. Questo nucleo, una nana bianca, emetterà una radiazione ultravioletta estrema, un milione di volte più potente di quella prodotta dal Sole ai giorni nostri.
Uno studio condotto dall’Università di Valparaiso ha realizzato un modello che prende in considerazione i pianeti esterni del Sistema Solare in grado di mostrarci questo scenario apocalittico. Secondo gli scienziati nel caso in cui Giove, Urano, Saturno e Nettuno, riuscissero a sopravvivere all’evoluzione del Sole in una nana bianca dovrebbero comunque affrontare un’altra sfida: le loro atmosfere verrebbero strappate via dalle radiazioni emesse dal Sole e i pianeti perderebbero una consistente parte della loro massa.
E i pianeti interni come il nostro che fine faranno? Il futuro della Terra non è più roseo di quello dei giganti del Sistema Solare. Secondo le previsioni attuali, tra circa quattro miliardi di anni, l’aumento costante della temperatura terrestre, dovuta alla crescente radiazione solare, provocherà un effetto serra di proporzioni catastrofiche. A quel punto la maggior parte delle forme di vita saranno già estinte e il nostro pianeta, esattamente come quelli vicini, verrà inglobato dal Sole divenuto una gigante rossa.
Tornando al destino dei pianeti esterni, sappiamo già che solitamente le nane bianche sono composte da strati esterni di idrogeno ed elio mentre gli elementi più pesanti si trovano al loro centro a causa della forte gravità. Per questo motivo se riusciamo ad individuar la presenza di metalli pesanti nel nucleo della stella è probabile che essa abbia accumulato detriti dall’ambiente circostante, forse dall’atmosfera strappata via a un pianeta gigante gassoso e distante.
Il modello sviluppato dagli scienziati di Valparaiso dimostra che una frazione del materiale evaporato provenienti dai pianeti giganti del Sistema Solare diverrà parte della nana bianca, il nostro Sole, contaminando i suoi strati e dando la possibilità a una lontana, ipotetica civiltà di osservarla grazie alla spettroscopia ottica e ultravioletta.
Qual è lo scopo di questa previsione per il mondo attuale in cui viviamo? I ricercatori potrebbero utilizzare la spettroscopia per rilevare i sistemi planetari che stanno vivendo questo scenario apocalittico. Circa un terzo delle nane bianche osservate grazie alla spettroscopia ultravioletta mostrano la presenza di sostanze volatili inquinanti e – nel caso della nane bianche calde – questa percentuale sale di parecchio.
Il modello di Valparaiso concorda con queste osservazioni e secondo gli esperti questo tipo di sostanze inquinanti può essere prodotto dal materiale evaporato dai pianeti giganti. In futuro saremo in grado di creare modelli ancora più precisi di questi sistemi planetari e comprendere meglio la composizione dei pianeti evaporati. Nel frattempo le teorie a disposizione ci offrono uno sguardo sul futuro del nostro Sistema Solare.