Titano, luna di Saturno, è l’unico corpo del Sistema Solare oltre alla Terra con una superficie solida, laghi e un’atmosfera densa. La missione Nasa-Esa-Asi Cassini-Huygens ha rivelato l’esistenza di vaste dune sulla superficie di Titano che raggiungono i 100 metri di altezza, simili per  dimensioni alle piramidi di Giza. 

Mentre sulla Terra le dune sono composte prevalentemente da silicati, i dati  di imaging della missione hanno rivelato che su Titano esse contengono sostanze organiche scure, di origine e composizione chimica finora indeterminate. Ipotesi passate sostenevano che le molecole organiche in caduta dall’atmosfera avrebbero formato le dune della regione equatoriale.

Un nuovo studio, condotto da un team dell’Università delle Hawaii, ha provato a fornire un’altra teoria sulla composizione chimica delle dune su Titano attraverso esperimenti in laboratorio.

Il team ha esposto blocchi di ghiaccio di acetilene – un gas usato sulla Terra principalmente per la saldatura e presente nelle regioni equatoriali della luna di Saturno – a basse temperature, simulando un ‘bombardamento’ di raggi cosmici. I processi chimici che scaturiscono da questa interazione potrebbero portare alla formazione dei materiali che compongono le dune.

«Le dune di Titano rappresentano il principale pozzo superficiale di carbonio nella chimica organica di Titano », ha commentato Ralf I. Kaiser, ricercatore e autore principale dello studio. « Pertanto, svelare l’origine e i percorsi chimici che hanno originato questo materiale organico di dune è vitale non solo per comprendere l’evoluzione chimica di Titano, ma anche per capire come sarebbero potuti essere i processi chimici su Titano e sulla Terra prima che la vita emergesse sulla Terra 3.5 miliardi di anni fa».

Questi risultati avranno implicazioni senza precedenti per la prossima missione spaziale su Titano: il lander-drone Dragonfly, che andrà a studiare il mondo unico e ricco di composti organici della luna di Saturno (ne abbiamo parlato qui).

I risultati dello studio sono stati pubblicati su Science.