Una ‘rotatoria’ spaziale molto affollata, con due flussi di ‘traffico’ che la percorrono in direzioni contrarie: è questa la situazione riscontrata dagli astronomi quando hanno osservato il buco nero posto al centro della galassia a spirale Ngc 1068.
Il gourmet cosmico, infatti, si nasconde all’interno di una spessa nube di gas e polveri che ha riservato una sorpresa agli studiosi, quando hanno utilizzato il telescopio Alma dell’Eso per analizzarla. Misurando il movimento dei gas, infatti, sono stati individuati due dischi: uno interno, che ha un’ampiezza di 2-4 anni luce e segue la rotazione di Ngc 1068, e uno esterno, la cui larghezza oscilla tra 4 e 22 anni luce, che si muove in senso opposto. La galassia si trova a circa 47 milioni di anni luce dalla Terra, verso la costellazione della Balena.
La scoperta, che può spiegare la rapida crescita dei buchi neri super-massicci nell’antico Universo, è stata effettuata da un team internazionale di astronomi, coordinato dal National Radio Astronomy Observatory, ed è stata pubblicata su The Astrophysical Journal Letters (articolo: “Counter-rotation and High-velocity Outflow in the Parsec-scale Molecular Torus of Ngc 1068”).
I buchi neri super-massicci, infatti, esistevano già quando l’Universo era giovane (circa un miliardo di anni dopo il Big Bang); tuttavia, i processi che li hanno portati ad una crescita così veloce costituiscono una questione ancora molto dibattuta. Le correnti di gas in controrotazione scoperte da Alma potrebbero fornire qualche spunto utile: tali flussi sono instabili e questa condizione fa sì che il materiale precipiti nel buco nero più rapidamente di quanto avvenga per un disco che segue l’altra direzione.
La controrotazione è un fenomeno che si riscontra in altri casi nello spazio. Ad esempio, è presente nelle galassie a migliaia di anni luce dalle loro aree centrali e in genere dipende dall’interazione o dalla collisione tra due di esse. Nel caso del buco nero di Ngc 1068, questo meccanismo è stato osservato su una scala molto ridotta visto che avviene ad una distanza di poche decine di anni luce dal centro della galassia.
Gli astronomi pensano che, in questo caso, il flusso in controrotazione possa essere dovuto alle nubi di gas che fuoriescono dalla galassia ospite o dall’azione di una piccola galassia di passaggio. Allo stato attuale, il disco esterno sembra trovarsi in un’orbita stabile attorno al disco interno, ma questa situazione è destinata a cambiare: quando il disco esterno comincerà a precipitare in quello interno, i flussi di gas entreranno in collisione, diventando instabili, e probabilmente tutti e due i dischi finiranno per collassare. Durante questo evento estremo, che potrebbe verificarsi in poche centinaia di migliaia di anni, si produrrà una luminosità molto intensa, connessa alla caduta del gas molecolare nel buco nero.
(Crediti dell’immagine in alto: Credit: Nrao/Aui/Nsf, S. Dagnello)