Sono passati solo pochi mesi dalla sua scoperta ma Borisov, ha già rapito l’attenzione degli astronomi di tutto il mondo. Ora, uno studio pubblicato su Nature Astronomy, ha confermato la sua provenienza interstellare grazie a un software utilizzato per tracciarne l’orbita. Borisov, era finito nell’occhio dei telescopi Herschel e Gemini lo scorso settembre, e grazie alle loro osservazioni, gli astronomi erano riuscita a tracciare il suo identikit iniziale e a rilevare la quantità di polveri e gas espulsi.
Il nuovo studio fornisce ulteriori dettagli sulla natura di Borisov, che dopo Oumuamua scoperto nel 2017 è il secondo oggetto interstellare individuato nel nostro sistema solare. Borisov misura circa 2 chilometri di lunghezza, è quindi più piccolo di quanto avevano rilevato le stime precedenti. Come le altre comete che popolano il nostro sistema planetario, il suo nucleo roccioso è nascosto da uno spesso strato di ghiaccio che evaporando le conferisce un aspetto sfocato. La ricerca, la prima ad essere pubblicata su un giornale di alto profilo scientifico, non sarà di certo l’ultima: la cometa raggiungerà il perielio, il punto di massima vicinanza al Sole, a dicembre e nel corso del 2020 sarà ancora ampiamente visibile nel cielo prima di abbandonare il Sistema Solare.