La Via Lattea si è formata circa 12 miliardi di anni fa. Da allora è cresciuta, sia in massa sia in dimensioni, attraverso una sequenza di fusioni con altre galassie. Ora, grazie ai dati raccolti dal satellite dell’Esa Gaia, gli astronomi possono assistere a questo processo e ricostruire la storia della nostra galassia, rivelando l’albero genealogico delle galassie più piccole che hanno contribuito a rendere la Via Lattea quello che è oggi.
I ricercatori del Max Planck Institute hanno analizzato le informazioni sulla base del set di dati Edr3 di Gaia, alla ricerca dei resti di galassie più piccole che si sono fuse con la nostra. Questi ultimi possono essere trovati nel cosiddetto alone della Via Lattea, che circonda il disco delle stelle più giovani e il rigonfiamento centrale delle stelle più vecchie, ovvero le parti più luminose.
Quando una galassia estranea viene inglobata nella nostra le grandi forze gravitazionali, note come forze mareali, la distruggono. Se questo processo avviene lentamente, le stelle della galassia in fusione formeranno un vasto flusso, che può essere facilmente distinto nell’alone. Se al contrario procede rapidamente, le stelle della galassia in fusione saranno sparse nell’alone e non sarà visibile alcuna firma.
Ma non è tutto. La galassia in fusione potrebbe essere circondata da una popolazione di ammassi globulari e piccole galassie satelliti. Il team di Gaia ha analizzato 170 ammassi globulari, 41 flussi stellari e 46 galassie satelliti. Tracciando questi oggetti in base alla loro energia e alla quantità di moto, è emerso che il 25 per cento di essi può essere inserito in sei gruppi distinti. Ognuno rappresenta una fusione in atto con la Via Lattea.
Cinque di essi erano stati precedentemente identificati su rilevamenti di stelle. Sono conosciuti come Sagittario, Cetus, Gaia-Sausage/Enceladus, Lms-1/Wukong e Arjuna/Sequoia/I’itoi. Il sesto, denominato Ponto, è un evento di fusione appena identificato. Secondo quanto emerge dalla ricerca, Ponto è stato distrutto dalla Via Lattea da otto a dieci miliardi di anni fa. In questo periodo, probabilmente, si sono verificati anche quattro degli altri cinque eventi di fusione. Il sesto, Sagittario, è più recente e probabilmente risale a cinque o sei miliardi di anni fa. Il 13 giugno prossimo la missione Gaia rilascerà il data release 3, che fornirà informazioni ancora più dettagliate sul passato, presente e futuro della Via Lattea.
Gaia, ideata per realizzare la più accurata mappa tridimensionale della Via Lattea, vanta una significativa partecipazione dell’Agenzia Spaziale Italiana e dell’Inaf-Istituto Nazionale di Astrofisica, che sono coinvolti nel Data Processing and Analysis Consortium (Dpac).