È giunta al limite della sua vita in maniera parossistica, ma non ne vuole sapere di ‘uscire di scena’: è una stella simile al Sole, la cui fine ha dato il ‘la’ ad un complesso scenario nella costellazione dei Gemelli. La suggestiva veduta, caratterizzata da toni rosa acceso, non è sfuggita alla sensibilità artistica di Hubble, che l’ha prontamente immortalata per la sua galleria fotografica. Quest’area dei Gemelli, situata a 4300 anni luce dalla Terra, ha suscitato notevoli incertezze negli astronomi che l’hanno studiata per la prima volta: la presenza di una struttura simmetrica, ma bilobata li ha indotti a non considerarla il frutto dell’azione di un singolo oggetto celeste, ma due entità distinte che sono state classificate come Ngc 2371 e Ngc 2372.

I due lobi costituiscono una nebulosa planetaria, che si è formata quando la stella citata sopra ha raggiunto lo stadio finale della sua vita evolutiva ed ha espulso i suoi strati esterni, diffondendo il suo materiale nello spazio intorno e lasciandosi dietro soltanto dei resti particolarmente roventi (circa 134mila gradi Celsius). Il ‘cuore’ bollente di questo antico astro è visibile tra i due lobi come un punto luminoso dall’intenso colore rosa. La regione presenta anche una struttura molto articolata: è infatti punteggiata da densi nodi di gas, da getti in rapido movimento e da nubi di materiale proveniente dal relitto della stella; queste nubi, in espansione, si irraggiano verso l’esterno in direzioni diametralmente opposte rispetto al luogo dove si trovano i resti.

Inoltre, alcune aree di questa zona sono illuminate da bagliori particolarmente intensi a causa delle radiazioni energetiche che, emesse dall’antica stella, agiscono sui gas facendoli risplendere. Secondo gli studiosi, questo scenario è destinato a cambiare nelle prossime migliaia di anni fino a perdere il fascino un po’ a tinte fosche per cui lo ammiriamo oggi: i due lobi, infatti, dovrebbero dissiparsi completamente e i resti della stella dovrebbero finalmente mettersi a riposo, raffreddandosi e affievolendosi fino a diventare una nana bianca.