Gli asteroidi potrebbero non essersi formati a partire da frammenti di roccia, come si pensava fino a oggi, ma essere il risultato dell’addensamento di palle di fango. Questo il risultato di uno studio apparso sull’ultimo numero di Science Advances. Il nuovo modello fornisce soluzioni confrontabili per un ampio intervallo di masse e raggi.
La tipologia di asteroidi più comune nel sistema solare è quella dei cosiddetti asteroidi di tipo C, o carboniosi. Questa categoria di oggetti è difficile da studiare, poiché riflette molto poco la luce del Sole, ma è anche estremamente importante da conoscere, dato che si pensa si tratti dei mattoni che hanno formato i pianeti terrestri. La comunità scientifica non ha ancora raggiunto un consenso chiaro e univoco sui meccanismi che hanno portato alla formazione del sistema solare. Una migliore comprensione di come l’acqua e il calore abbiano influenzato i processi in gioco nel nostro giovane sistema planetario potrebbe aiutare gli scienziati a fare chiarezza anche sul quadro generale.
In questo contesto, il lavoro di Philip Bland della Curtin University of Technology e di Brian Travis del Planetary Science Institute propone un nuovo modello, con cui gli autori cercano di conciliare le varie evidenze raccolte sulla formazione degli asteroidi di tipo C. Gli studi precedenti assumevano che in seguito all’interazione tra acqua e roccia si formasse un oggetto litificato, ovvero che i sedimenti si compattassero sotto l’effetto della pressione. Gli ingredienti principali per la costruzione di asteroidi sono dunque, secondo la teoria più accreditata, polveri, ghiaccio e grani sferici detti condrule. Secondo gli autori, quando questi ingredienti si sono avvicinati tra loro non si sono affatto compattati e solidificati.
Le simulazioni hanno mostrato che, mentre il ghiaccio si scioglieva, le condrule andavano a far parte di un materiale fangoso. I ricercatori hanno testato il loro modello di formazione degli asteroidi variando diverse proprietà, come il rapporto fango su condrule, o la densità alla quale si sono uniti tra loro i materiali. I risultati sono coerenti con le osservazioni ottenute dai meteoriti, e indicano che in determinate condizioni gli asteroidi primordiali possono essersi formati senza solidificarsi. Il modello presentato nell’articolo, inoltre, risolve un paradosso presente da tempo in questo campo di studi, ovvero il fatto che la porzione di meteoriti carboniosi più chimicamente incontaminata sia anche quella più alterata dall’acqua.