Niente ‘ponti’ di primavera per Curiosity, impegnato ad esplorare un’area del Monte Sharp dove è stata individuata una formazione argillosa che il team della missione ha definito ‘clay-bearing unit’. L’instancabile rover, che ‘risiede’ sul Pianeta Rosso dal 6 agosto 2012, ha infatti ‘assaggiato’ il letto roccioso Aberlady, dove ha raccolto alcuni esemplari di argilla senza particolare fatica; la roccia era piuttosto morbida, a differenza di alcuni target esaminati in precedenza vicino alla cresta Vera Rubin, e a Curiosity – per la prima volta – è bastata la sola rotazione della punta del trapano per raggiungere l’obiettivo. L’operazione si è svolta lo scorso 6 aprile, nel 2370° giorno marziano (sol) di missione; da mercoledì 10 i campioni si trovano nel laboratorio mineralogico situato nell’interno del rover.

Per gli scienziati che vegliano sull’attività di Curiosity il prelievo di questi campioni costituisce un passaggio molto importante nell’esplorazione del Monte Sharp: le rocce argillose, infatti, si formano generalmente in presenza di acqua e quindi il team della missione spera di ricavare ulteriori informazioni sulla situazione dell’acqua nel passato di Marte, specialmente per capire se tale strato del monte sia stato modellato in un’epoca più umida. La formazione argillosa in questione è nota ai planetologi da molto tempo: prima che il rover si posasse sul Pianeta Rosso, la sonda Mro (Mars Reconnaissance Orbiter) della Nasa, aveva rilevato in quest’area un segnale molto evidente circa la presenza di argilla. Non è la prima volta, comunque, che Curiosity si cimenta con questo tipo di materiale: durante la sua permanenza, infatti, il rover lo ha individuato nelle argilliti (mudstones), rocce sedimentarie formatesi circa 3 miliardi e mezzo di anni nelle aree di antichi laghi, successivamente prosciugatisi.

Oltre alla ‘clay-bearing unit’, la zona che Curiosity sta esplorando presenta altri motivi di interesse, come la collina Knockfarril e svariati tipi di letti rocciosi, ciottoli e sabbie; tra queste ultime ve ne sono anche di attive, all’origine di una serie di increspature che si sono spostate lo scorso anno. Si prepara, quindi, un’intensa tabella di marcia per il rover che sarà impegnato in ulteriori raccolte di campioni che saranno utilizzati per capire cosa rende differente quest’area rispetto alla cresta alle sue spalle.