Osservando la stella TCha, il telescopio spaziale James Webb ha individuato per la prima volta i venti provenienti da un vecchio disco di formazione planetaria. La fotografia della dispersione di gas è stata ottenuta da uno studio condotto da scienziati dell’Università dell’Arizona e del Seti Institute, ricerca pubblicata su Astrophysical Journal.

Il disco protoplanetario attorno alla giovane stella è in via di erosione e ha un raggio pari a circa 30 unità astronomiche.

Le analisi hanno evidenziato che il vento è prodotto da una regione estesa del disco e potrebbe essere influenzato dai fotoni altamente energetici prodotti dalla stella oppure, in alternativa, dal campo magnetico che interseca il disco di formazione del pianeta.

«Abbiamo utilizzato per la prima volta il gas neon per studiare i dischi di formazione planetaria più di dieci anni fa, mettendo alla prova le simulazioni computazionali e confrontandole con i dati della missione Spitzer e con le nuove osservazioni ottenute con il Very Large Telescope dell’Eso – ha affermato Richard Alexander, uno degli autori dello studio – i  nuovi dati del Webb sono spettacolari e ci hanno permesso di ottenere una panoramica dei venti provenienti dal disco. Le prossime osservazioni ci permetteranno di comprendere i giovani sistemi planetari come mai prima d’ora».

Gli astronomi hanno anche scoperto che il disco interno di TCha si sta evolvendo su scale temporali brevi e questo potrebbe rendere possibile osservare la dispersione dell’intera massa di polveri stellari entro i prossimi decenni.

Grazie alla sensibilità degli strumenti del Webb e dei prossimi telescopi spaziali gli scienziati saranno in grado di prevedere quali ambienti sono più favorevoli alla formazione dei pianeti, il cui esito dipende dall’evoluzione e dalla dispersione del disco protoplanetario. Questa ricerca apre dunque un nuovo percorso nell’esplorazione delle dinamiche di nascita dei pianeti e dell’evoluzione dei dischi circumstellari.

Immagine in apertura: rappresentazione artistica della dispersione dei gas di un disco. Crediti: Eso/M. Kornmesser